mercoledì 1 ottobre 2008

Più sicurezza per chi? La disavventura di Emmanuel "Negro" Bonsu


di Daniele Zandonà

In un comunicato stampa emesso quest'oggi dal Comune di Parma, è possibile leggere uno speciale encomio di Costantino Monteverdi, assessore alla sicurezza, nei confronti degli agenti della polizia municipale, protagonisti dell'arresto, ieri sera, di un pusher operante nella zona dell'ex Eridania, da tempo segnalato dagli stessi cittadini; emerge con molta forza la soddisfazione per un'operazione efficiente e tempestiva che ha risposto in maniera esemplare ad una richiesta di sicurezza da parte dei residenti. Stando alla comunicazione ufficiale dell'istituzione, è una nuova vittoria per la sicurezza e per i cittadini. Emmanuel Bonsu Foster, studente di 22 anni di origine ghanese, racconta un'altra storia: fatta di violenza, razzismo, sospensione dei diritti basilari dell'individuo, il tutto nel civilissimo nord.


Un colore sospetto?

Secondo il racconto del giovane, nel tardo pomeriggio di ieri si trovava casualmente nel parco dell'ex Eridiana, poco fuori dall'istituto tecnico nel quale frequenta corsi serali, dove era arrivato in anticipo. Ingannava l'attesa passeggiando nel parco, quando due uomini, che si presenteranno solo in seguito come agenti in borghese, gli si avvicinano; improvvisamente uno dei due afferra per le mani lo studente, che preso dalla paura fugge per il parco. Sopraggiungono dunque altri agenti, che senza apparente motivo circondano e iniziano a picchiare il ragazzo, che cerca di sottrarsi alle percosse. Ammanettato e caricato in una volante, continua a subire botte e insulti finchè non arrivano alla centrale, dove la situazione non migliora. Spogliato e perquisito, gli viene impedito di chiamare casa e viene lasciato nudo, trascinato fuori e dentro la cella mentre viene coperto di insulti razziali dagli agenti. Sospettato di essere complice o cliente del pusher arrestato nel medesimo parco dove si trovava, viene interrogato con violenza dagli agenti che vorrebbero farlo confessare, mentre il ragazzo continua a dichiarare la sua estraneità dalla vicenda. Il gioco delle percosse e degli insulti continua fino in serata, quando il giovane cede e firma i verbali. Le accuse sono di resistenza a pubblico ufficiale e di non aver fornito le proprie generalità.

Gli effetti personali del "negro"

Il padre di Emmanuel arriva nella centrale dei vigili alle 23, avvertito solamente poco prima. Di fronte alla vista del figlio, che porta segni ben visibili di contusioni, chiede spiegazioni e sospetta il pestaggio da parte degli agenti, ma la famiglia viene sbrigativamente allontanata dal comando. Gli effetti personali dello studente vengono restituiti all'interno di una busta che è stata intestata a penna con la scritta “Emmanuel negro”. La nottata d'inferno del ragazzo si conclude al pronto soccorso, dove viene portato dai familiari a mezzanotte; dopo aver ricevuto i medicamenti, viene finalmente riaccompagnato a casa. Questa mattina la famiglia ha raccolto i referti ospedalieri e i verbali dell'arresto, unitamente alla busta recante la dicitura offensiva, e ha presentato tutto ai Carabinieri, sporgendo denuncia. Spetterà ora agli inquirenti fare luce sulle esatte dinamiche delle vicende della scorsa notte. Se verrà accertata come vera la storia denunciata dal ragazzo, ci troveremmo davanti ad un nuovo, agghiacciante, caso di intolleranza razziale, proprio all'interno di quelle forze dell'ordine che dovrebbero garantire la sicurezza di tutti i cittadini..

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