sabato 12 luglio 2008

Lodo Alfano e “blocca processi”: ecco cos’è successo


di Roberto Scalia


Il rapido succedersi degli eventi ha probabilmente lasciato un quadro poco chiaro delle riforme operato dal Governo in materia di giustizia: cerchiamo di ripercorrere le fasi salienti. All’indomani del via libera della Camera al lodo Alfano sull’immunità per le alte cariche dello Stato, il governo presenta alcuni emendamenti al decreto sicurezza che modificano sostanzialmente la cosiddetta norma "blocca processi". Il testo, nella nuova formulazione, prevede che non ci sia più nessuna sospensione dei processi, ma solo un rinvio, fino a 18 mesi, di quelli "meno importanti". Sparisce quindi l'automatismo della sospensione di un anno dei processi per reati commessi entro il giugno 2002: una misura che era stata aspramente criticata da magistrati e opposizione.


.E che aveva suscitato non poche perplessità anche al Quirinale. Ora, la norma che il Governo vuole introdurre al decreto sicurezza dice soltanto che i capi degli uffici giudiziari dovranno tener conto, nella formazione dei ruoli d'udienza, delle priorità indicate nella direttiva di carattere generale introdotta nell'emendamento. «Abbiamo recepito le critiche dell'opposizione - spiega Giulia Bongiorno, presidente della prima commissione di Montecitorio - e per questo auspico che già nel comitato dei nove della commissione Giustizia, che si riunirà lunedì, ci possa essere un parere favorevole unanime, come riporta il Corriere della Sera. "E' una riformulazione dell'emendamento in cui rimane fermo il principio generale di dare priorità a determinati processi, cioè ai processi più gravi, ma si dà assoluta discrezionalità ai dirigenti degli uffici, quindi ogni singolo tribunale farà la propria valutazione su come gestire i ruoli d'udienza", ha osservato Niccolò Ghedini del Pdl. "Non c'è più una norma rigida che impone determinate decisioni - ha aggiunto - ma ogni singolo tribunale potrà attagliare la norma alle sue esigenze". "Rimane ferma - ha proseguito - la sospensione della prescrizione nei casi di rinvio e quindi non c'è nessun danno per la persona offesa che potrà trasferire l'azione in sede civile con tempi dimezzati. A noi sembra una soluzione che tiene conto delle critiche che erano state avanzate e della funzionalità dei processi e dei tribunali". Dall’opposizione risponde con il ministro “ombra” della giustizia del Pd Tenaglia il quale afferma, “ le misure contenute nella nuove norma, non sono considerate omogenee al decreto e dovrebbero essere eliminate completamente”. Mentre dall’Italia dei Valori Donadi IdV sostiene, “ il premier era pronto a mandare all’aria centomila processi per salvare se stesso”. Si conclude così una vicenda che da circa due mesi è stata al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica italiana e che ancora lascerà molto spazio e tempo ad ulteriori critiche e polemiche..

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