martedì 15 luglio 2008

Lettere al direttore: il caso Guzzanti.

di Simone Conte

Pochi giorni fa ho pubblicato un articolo per esprimere delle mie forti perplessità su alcuni aspetti della manifestazione di Piazza Navona, in seguito al quale ho ricevuto la mail di un lettore che chiedeva chiarimenti. Constatati i toni civili e l'atteggiamento di critica costruttiva, ho deciso di rispondere pubblicamente, magari anche per rispondere a quelli che hanno avuto le stesse perplessità di Antonio ma non hanno avuto tempo e voglia di lasciare un commento o scrivermi una mail. Per non fare confusione, ho diviso la lettera in blocchi, e ho risposto punto per punto.

Ciao Simone, Ho letto le cose che hai scritto sulla manifestazione in piazza Navona.L'articolo mi è piaciuto. Dici cose che, anche se non condivido del tutto,purtroppo riconosco essere giuste.In particolare mi sto riferendo alla critica che muovi alla Guzzanti di non aver tenuto in particolare considerazione il fatto che i giornali non avrebbero parlato che del "pompino".Però perchè la critichi per 'sto fatto?O ancora, perchè sottolinei in modo particolare i modi bruschi e le volgarità? Ti offendono davvero?

Come tu stesso hai scritto, non ho criticato la Guzzanti tout-court, ma in particolare il fatto che, dato un determinato sistema mediatico (quello italiano), che Sabina conosce fin troppo bene essendone stata vittima in passato, non abbia tenuto in considerazione il fatto che il suo parlare di pompini avrebbe spazzato via tutto il discorso che si era cercato di mettere in piedi sulla legalità e sulle leggi vergogna. Le volgarità in linea di massima non mi offendono, perché non penso che una parola in sé possa essere volgare. Trovo volgare Studio Aperto, non Sabina. Anche nello specifico caso di Piazza Navona, non penso che la Guzzanti sia stata volgare, e forse se quelle cose le avesse dette in suo spettacolo le avrei anche trovate liberatorie. Ma in quel contesto mi hanno gelato il sangue. Se tutti lo sanno e nessuno lo dice, non è perché tutti sono conniventi, ma magari anche perché la cultura di sinistra che difende l’operato della giustizia, ne condivide anche l’iter, e prima di dare una sentenza svolge delle indagini, basate su delle prove. Quelle prove purtroppo non le avremo mai, perché quelle intercettazioni sono andate al macero, e allora magari tu (Guzzanti) che sei un’artista, trova il modo di dirlo senza dirlo, fai quello che sono chiamati a fare gli artisti: dare una forma alla verità. Dire: “gli ha succhiato l’uccello” non è da artisti, è da Bagaglino. Così facendo ti esponi alla gogna dei bigotti benpensanti e privi tanti cittadini della possibilità di recepire il vero messaggio della manifestazione, che rimane sepolto sotto tonnellate di ipocrisia.


Tu, come me del resto, sei cresciuto con una televisione che trasmetteva culi e sesso ad ogni ora, in una società in cui la parolaccia è diventata addirittura simpatica (hai mai detto più di cinquanta parole senza un "cazzo" in mezzo?),......e tu vuoi dirmi che noi possiamo scandalizzarci perchè quella ha detto "pompino"?!

Non sono il piccolo lord: come te, come tutti, dico quello che mi viene da dire. Ma lo faccio nella mia vita privata, non nel momento in cui rappresento qualcuno, e non quando sono invitato in una casa dove so che il mio dire una parolaccia potrebbe mettere in imbarazzo chi mi ha esteso l’invito. Sabina non era l’organizzatrice, era un ospite, questa distinzione secondo me è fondamentale.

Immagino che ti sarai chiesto se quello che ha detto fosse vero o no. E allora perchè non hai scritto un articolo sulle minchiate che racconta la guzz o di come è schifoso il capotribù che offre ministeri a chi glielo succhia?Perchè, quando vengono dette cose così gravi, ci si preoccupa di come vengono dette e non si pone invece l'accento sulla gravità dei fatti? Perchè non hai fatto l'articolo spiegando o almeno chiedendoti il perchè la guzz per sapere delle pompe ha dovuto leggere un giornale argentino?Perchè non hai fatto l'articolo sui nazi che venivano indicati nel tg come ragazzi di non mi ricordo quale quartiere di roma?

Ovviamente me lo sono chiesto, e per quello che può valere la mia opinione, non mi stupirei affatto se fosse tutto vero. Per questo non ho scritto un articolo “sulle minchiate che racconta la Guzzanti”, semplicemente perché non penso che abbia detto bugie. Credo che abbia sbagliato tempo e modo, e come spesso ne ho ammirato coraggio e determinazione, stavolta ne ho constatato l’irresponsabilità.
Sul “come è schifoso il capotribù” cosa avrei dovuto scrivere esattamente? Su quali basi? Su alcuni rumors tratti da alcune fonti non meglio specificate che avrebbero avuto accesso a intercettazioni nelle quali si alludeva a qualcosa? Questo non posso farlo, purtroppo. Vorrei, perché anche io penso che questi rumors abbiano una base di verità, ma se non ho un appiglio, un intercettazione, una trascrizione, su cosa lo baso un articolo? Scrivo un editoriale indignato? Quale sarebbe il mio contributo alla discussione? Credo nullo. Senza contare che in quel caso, volendo essere onesti e retti fino in fondo dovrei scrivere un altro pezzo per chiedermi come mai l’Espresso abbia così facilmente accesso a intercettazioni coperte da segreto: le trova miracolosamente sullo zerbino della redazione? La legge può essere sbagliata quanto vogliamo, ma se c’è va rispettata: è più grave avere una talpa in tribunale o la fellatio di una ministra? Sono entrambe ipotesi credibili, ma purtroppo non ho prove, quindi non ne scrivo.


Io non ho lasciato nulla di scritto sul blog ma ti ho rotto a scriverti perchè volevo farti una domanda che un po' mi mangia dentro. Ma tu l'intervento l'hai sentito davvero? E se l'hai sentito, perchè l'articolo che ti è venuto di scrivere è esattamente omologo a quelli che sono usciti su tutti i giornali?

Ovviamente, ho sentito (e risentito più volte) l’intervento della Guzzanti.
Quando dici che l’articolo che ho scritto è “esattamente omologo” a quelli pubblicati altrove, a quali ti riferisci in particolare? La stragrande maggioranza dei pezzi del day after si scandalizzava per la volgarità del suo intervento. Ora prova a cercare le parole “volgare” o “volgarità” nel mio pezzo: non ci sono, perché come ho spiegato anche in questa risposta alla tua lettera, non ho mai pensato che fosse un problema di volgarità. Già questa mi sembra una differenza rilevante. Poi, quasi tutti i tg e i quotidiani hanno distorto ciò che è accaduto, fornendo una cronaca solo in parte reale: io non l’ho fatto, anzi la mia rabbia si basava proprio su quello, l’assunto di partenza era che lo avrebbero fatto, e credo che anche questo mi distingua da molti miei illustri colleghi. Io ho scritto che Veltroni deve tirare fuori le palle, i Tg hanno riportato il suo “mi dissocio” acriticamente, anche questa mi sembra una differenza.
Ancora: i giornali di destra hanno dipinto i manifestanti come girotondini e grillini esaltati, quelli di sinistra hanno detto che se andavano man mano che aumentavano le invettive, entrambi hanno piegato la piazza allo scopo che si erano prefissi nel pezzo, ovvero da destra far sembrare la sinistra in balia degli “estremisti”, e da sinistra far sembrare gli “estremisti” una minoranza. Io questo non l’ho fatto, perché rispetto chi manifesta, chi si indigna e prova a far sentire la propria voce.
La maggioranza di opinionisti e cronisti hanno dipinto la Guzzanti come una pazza isterica, io ho parlato di “una donna così intelligente di sinistra”. E infine, volendo considerare il pezzo anche solo tecnicamente, il mio ha una peculiarità abbastanza evidente, che è quella del parallelo tra due storie, una tecnica che non ho ravvisato nei pezzi che ho letto quel giorno, ma non perché io sia più bravo, semplicemente perché il mezzo-blog mi permette di usare forme che su un quotidiano non sono abituali. Insomma se devo prendere dei riferimenti mentre preparo un pezzo, non vado a scopiazzare Maltese o Stella, ma cerco fondamenti negli studi in materia. Quando nel pezzo scrivo che stare su un palco è “un simbolo, fa parte di un rituale, ma se è vero che non esiste politica senza rituali, è altrettanto vero che la politica non può essere solo rito, esortazione, emotività” mi riferisco ad un filone di studi sulla comunicazione politica ben preciso, esplorato da finissimi politologi o sociologi quali Edelman, Kertzer, o una storica come Hunt. Come vedi dietro quello che sembra uno sfogo buttato su un blog c’è un lavoro, una fase di preparazione e di costruzione, che ovviamente non potevi conoscere, ma alla luce di tutto questo, parlare di un pezzo “esattamente omologo” mi sembra davvero ingeneroso.


Ho pensato anche che hai potuto farlo per non inimicarti nessuno. E' un'idea che ho subito scacciato perchè ho letto pochi tuoi articoli e quindi non posso sapere come scrivi.Cmq non ti giudicherei male per una cosa del genere. Sono convinto che chi si trova la roba pronta in tavola (io in questo caso) non può giudicare uno che lotta per mettercela.

Se avrai piacere nel continuare a seguirci, e nel dettaglio a leggere quello che scrivo, credo che vedrai con i tuoi occhi che non mi sono mai posto il problema di potermi inimicare qualcuno: quando c’è stato da bastonare l’ho fatto indipendentemente dal colore politico, e se spulci un po’ in archivio ne avrai una conferma. Dici che non mi giudicheresti male per una cosa del genere, e qui sbagli. Io giudicherei malissimo uno che a 24 anni (e su un sito che esprime un fermento culturale di persone della stessa età) si ponesse il problema di dare fastidio a qualcuno: se non si è liberi adesso si è condannati ad essere pessimi giornalisti per tutta la vita e non è una prospettiva che prendo in considerazione. Per quanto riguarda il trovare la roba pronta in tavola, io trovo invece giusto che tu mi giudichi, perchè questo è il mio lavoro, e sono chiamato a farlo bene. Se non ricordo male tu sei un ingegnere, e se tu costruisci male un palazzo io ti giudico: entrambi siamo chiamati a mettere tutta la nostra preparazione e il nostro talento nel lavoro che facciamo, ed entrambi abbiamo degli ostacoli. Però se tu hai dei dubbi puoi cercare conforto nei numeri, che sono una realtà oggettiva, e sebbene faticosi e indecifrabili, alla fine ti consegnano un responso che ti mette al sicuro da rischi. Io in sede di analisi posso affidarmi alla cronaca, alla sociologia e alla politologia, ma quando devo esprimere un'opinione l'unica guida è ciò che ritengo essere giusto, che è un criterio incompatibile con l'oggettività, quindi nonostante i miei studi, la preparazione che cerco continuamente di ampliare, e la mia buona fede, sarò sempre esposto al rischio di sbagliare, perchè il giornalismo obiettivo non esiste. Quindi tornando alla tua affermazione, io penso che tu possa giudicare chi fa il mio mestiere, ma considerandone anche le difficoltà, poi se è uno è disonesto o al soldo di qualcuno, allora lì c'è solo da bastonare senza pietà.

Simo' scusa se ti ho fatto perdere tempo. Oh, spero di non averti offeso. Cmq se l'ho fatto, credimi, non ne avevo la minima intenzione.
Non ho affatto considerato questa lettera una perdita di tempo. Sferalab è nato anche per questo, per stimolare confronti e dibattiti, per un incontro tra idee, e quando queste sono poste in una forma civile come la tua non c’è motivo di offendersi. Credo di averti dato elementi più approfonditi per giudicare il mio lavoro, non mi interessa farti cambiare idea sulla Guzzanti, ma spero di essere stato in grado di far passare l’idea che quando scrivo non rendo conto a nessuno, tranne che alle migliaia di persone che ogni mese scelgono di venire qui a leggere cosa abbiamo da dire su un determinato argomento. Grazie per aver scritto, fallo ogni volta che lo riterrai necessario.
Simone.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ben fatto! Direttore, è sempre un piacere leggere i tuoi articoli e, in questo caso, avere la cnferma del parere che mi ero fatta su di te!...Grazie, per aver messo a disposizione ditutti la tua professionalità!
Biancarosa

Anonimo ha detto...

Assolutamente d'accordo sulla necessità che gli artisti trovino forme alternative al vaffanculismo, altrimenti sono bravi tutti.

Anonimo ha detto...

...vaffanculismo...mi piace. Io che non sono un'artista posso fare parte di questa setta, vero?!

sempresara