di Simone Conte
Fino a qualche anno fa andavo ancora a messa, soprattutto per merito di un prete, Don Giulio, che era universalmente riconosciuto dalla comunità parrocchiale come “una forza della natura”, “un vulcano”, “uno forte”. Il suo carisma, la sua battuta sempre pronta, la sua innata simpatia avevano avuto il merito di riempire una chiesa di periferia, dopo tanti anni di banchi desolatamente vuoti. Il momento che tutti aspettavano, il climax per il quale il resto della messa sembrava solo una formalità, era l’omelia. Don Giulio staccava il microfono wireless dall’asta, scendeva i gradini dell’altare, e veniva giù, tra noi, a spiegarci le cose.
Dopo pochi secondi il tono della voce iniziava a salire, i gesti della braccia si facevano più ampi e la punta delle dita tracciava nell’aria delle parabole seconde per importanza solo a quelle del Vangelo, i suoi occhi azzurri, capaci di sciogliere i ghiacci ormonali della menopausa delle parrochiane, ti fissavano, le sue parole erano pietre lanciate nello stagno, le sue grida facevano vibrare il cubo di cemento armato eletto a casa del Signore, le sue invettive contro la ricchezza della Chiesa rincuoravano il nostro essere di sinistra. Lo adoravo. Chi non lo adorava come me, come noi, era il nemico, chi diceva che urlava troppo, non lo capiva ed era vecchio, imbalsamato, amico del Vaticano, e, parole del chitarrista del coro “un po’ fascista”. Tutti eravamo arrivati al nocciolo della fede, tutti “sentivamo” qualcosa.
Ci vollero tre anni per avere la conferma condivisa e comprovata che Don Giulio, ciclicamente, faceva sempre la stessa omelia, con le stesse parole, con gli stessi gradini umorali. Intanto la chiesa si era svuotata di quelli che venivano a messa per la messa, e continuava ad essere piena di quelli che venivano per lo show. Ci vollero altri sei mesi perché uscisse fuori che tra uno show e l’altro Don Giulio era un attento inquirente non solo dell’animo, ma anche del corpo dei parrocchiani, con una predilezione per le carni tenere. Quando andò via, la chiesa si svuotò anche dei suoi fans, ma intanto si era già svuotata anche di chi non sopportava più la sua retorica e i suoi anatemi, col risultato che dopo 4 anni, la comunità parrocchiale praticamente non esisteva più. Mi rivennero in mente le parole di Vito, un frate che era venuto in visita a Roma durante l’epoca aurea di Don Giulio e mi aveva detto “Non ti fidare di chi ha bisogno di gridare per convincerti. Probabilmente non ha nulla di convincente da dirti”. Ieri, mentre guardavo le immagini provenire da Piazza Navona, ho pensato parecchio a Don Giulio, e alla fine che ha fatto la parrocchia.
C’è un filo che collega queste due storie, ed è fatto di irresponsabilità. Stare su un palco, così come stare su un altare, ha un senso. Non è un caso se entrambi sono rialzati, non sono solo supporti fisici, non servono solo a farsi vedere meglio. Lo stare un paio di metri sopra le teste di chi ascolta significa che stai parlando per loro, ma anche che loro stanno parlando per te, un per latino, un attraverso: è un simbolo, fa parte di un rituale, ma se è vero che non esiste politica senza rituali, è altrettanto vero che la politica non può essere solo rito, esortazione, emotività. Ieri è accaduto questo: un rito progressivamente svuotato di senso.
E dire che Moni Ovadia aveva splendidamente indicato la strada, parlando di una destra che “perverte il linguaggio” ponendo l’attenzione sulle parole, sulla forma delle cose, che va inesorabilmente ad inficiare i contenuti, a prescindere dalla loro bontà, quando è una forma brutta. Ha iniziato Travaglio, che però ha tenuto i suoi contenuti solo in parte condivisibili all’interno di una forma tutto sommato accetabile, ha proseguito Grillo, nel quale in principio ho creduto come avevo creduto in Don Giulio, e che come lui continua a gridare sempre di più e ad avvicinarsi al mix perfetto di demagogia e populismo, e poi è arrivata la Guzzanti. Sabina l’ho sempre stimata, mi ha fatto fare delle risate incredibili, l’ho sempre trovata brillante e dotata di grande talento. Ed è per questo che non la capisco più. Non capisco come possa una donna così intelligente di sinistra usare metodi così beceri e di destra, e non sapere con precisione l’effetto che avrebbe provocato, ovvero che oggi si parlasse di pompini e non di leggi vergogna, come sta accadendo.
Io in piazza non c’ero per motivi logistici, ma ci sarei andato, e se ci fossi stato mi sarei sentito a dir poco disturbato, offeso nella mia voglia di ricominciare a cercare cure per questo paese in cancrena. Doppiamente offeso. Perché ero già stato offeso da quello che nonostante tutto continuo a pensare come il mio segretario, quel Veltroni che avrebbe potuto prendere la parola a nome di tutti gli elettori del Pd che ieri erano in piazza, magari anche rispedendo al mittente le parole di Grillo e Guzzanti, tirando fuori le palle, che sarebbe anche arrivata l’ora.
8 commenti:
Personalmente non ho mai stimato la Guzzanti. Neanche Grillo. Dopo lo show di ieri ancora meno. Se lo scopo dell'evento era quello di manifestare contro l'autosalvarsi del governo, cosa c'entrava attaccare Napolitano e il Papa? Io credo proprio nulla. Liberi di manifestare contro di loro (e magari contro il Papa avrei aderito) ma in un altro luogo, momento e modo. Vergogna. Se "la sinistra" è ridotta ai minimi storici è colpa anche di questi pagliacci.
Daddo
Condivido in pieno il pensiero di Daddo e sono sempre più convinta che sia stupido e a dir poco inutile criticare continuamente senza cercare una soluzione, senza cercare di cambiare le cose.
L'apolitica e il populismo non portano a niente, di questo sono certa.
Serena
Sono perfettamnte d'accordo con Daddo. Purtroppo, la nostra sinistra, o alcuni rappresentanti, hanno la cattiva abitudine di andare fuori dal seminato,e, questo ha causato la profonda crisi della sinistra in talia. Quando si punta un obiettivo, come Simone ci fa giustamente notare, bisogna saperlo discutere con decisione, senza essere troppo "chiazzaioli" (termine che si usa dalle mie parti per indicare una persona chiassosa. Siamo troppi don Giulo, caro Simone, ecco perchè il resto dell'Europa, ride di noi!
Biancarosa
@-parte critica-@ Siamo troppo in basso. Forse è esemplificativo che stiamo parlando di due comici, che adorano fare politica, ma pur sempre di due comici. Forse ieri non dovevano stare su quel palco. Non ci dovevano stare perché dovrebbero starci i politici, ma con questo Pd non ci si può aspettare un impegno piazzaiolo, perché non è borghese. Lasciamo perdere poi quei disgraziati che gli stanno a sinistra che fra poco, ne sono certo si scanneranno fra sè.
@-parte stilistica-@ che dire è sempre un piacere scrivere un pezzo così, madonna come è scritto bene. se tu giocassi a calcio come scrivi, riusciresti a non farti fare gol anche da me.
J
Il PD non è mai stato garante di opposizione. Un partito appena nato, poco solido e con una schiera di "politici" che sembrano usciti dalla naftalina. Veltroni merita solo quando scrive le recensioni sul mensile di cinema Ciack....:)
Biancarosa
@daddo: non credo che la sinistra sia ridotta ai minimi storici per colpa loro, ma per colpa di chi ha creato il vuoto politico che loro hanno sfruttato.
@ serena: è vero, è inutile criticare senza cercare una soluzione, ma evidentemente per qualcuno è redditizio.
@ biancarosa: fosse solo l'Europa a ridere, il danno sarebbe contenuto. Io credo che Veltroni sappia fare qualcosa di più del critico cinematografico, ma dovrebbe liberarsi di due terzi della gente che lo circonda: non l'ha voluto fare o non aveva il peso politico per farlo, questo è stato un grave errore. Gente come Bettini è un cancro che infesta tutto.
@J: grazie cretinetto. Deve ancora arrivare il giorno in cui mi dribbli.
Come sempre ben scritto. Semplicemente perfetto! Perfino l'esordio, che sembra prenderla alla larga, e' misurato e centratissimo.
E questa e' la parte buona del mio commento... la parte cattiva e' tutto cio' che e' successo, e soprattutto non successo, a piazza navona. Primo e piu' importante quello che non e' successo : il PD non e' sceso in piazza contro le leggi ammazza-giustizia. Viene da chiedersi : perche' le condivide, perche' non ha niente da dire o perche' i suoi sono troppo "fighi" per camminare tra il vulgo della loro ex amata base? Questo non gliela perdono a Veltroni.. Se non si ricorda che qualcosa e' sopravvissuto, che il suo partito ha ancora questa base e queste radici.... forse ha sbagliato partito. In questo caso gli suggerisco di trovare una poltrona dall'altra parte.
Secondo : certo non si puo' evitare che ciascuno dica la sua (e' un diritto ancora non sopresso del tutto), ma si deve pretendere da persone come Grillo e la Guzzanti di cercare di ricordare qul'e' il tema e chi e' il soggetto e "restare sul pezzo" Far loro notare che sparare a zero (non dico a torto, badate bene) si puo' finire col farsi male, dando modo a quella bella gente (e non c'e' dubbio che sia in malafede) di confondere le acque, che e' cosa che sa fare bene-molto, troppo bene da quel che sento intorno a me.
Se Veltroni disconosce per questo Di Pietro vuol dire che non capisce la gravita' della situazioneo
Sono d'accordo che le cose urlate perdono di senso e si svuotano da sole.. ma anche stare solo zitti non serve a nessuno.. Se dobbiamo stare zitti e "legiferare" nel governo ombra sugerisco di usare le monete del monopoli per pagare suddetto governo.
Non dico cosa penso dei bei tomi al governo, temo che userei termini ancora piu' grezzi di quelli che ho letto.
roxy
Simo,
è vero quello che dici ma la colpa dei "mostri" grillo e guzzanti è solo di una politica sorda da 15 anni.
Ci provò moretti una prima volta a scuoterli ma loro furono in grado con mezzucci e false promesse a far rientrare la base, docile docile, all'ovile (mi ricordo un fassino con sorrisi alla "mr burns" simpsoniano).
E' chiaro che non si poteva continuare a far finta di niente e adesso, dopo diversi anni, la situazoine è degenerata, partorendo "mostri" come quelli di piazza navona.
era inevitabile. E credo che purtroppo, di fronte a questo classe politica iceberg di fronte alla realtà, sarà l'unica strada percorribile.
Un abbraccione
Ale Acattolico
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