mercoledì 11 giugno 2008

Si riapre il dibattito sulla prostituzione. L'altra faccia della medaglia: la voce della strada.


di Gianni Galleri, Dario Abballe e Serena Rosticci

Erika, Vivian, Amina, Cristina questi sono alcuni dei nomi delle ragazze intervistate. Addentrarsi nel mondo della prostituzione è un viaggio tra disperazione, sfruttamento e ignoranza. Sferalab ha percorso le tappe di questo viaggio per mostrare quello che troppo spesso viene celato: la verità delle dirette interessate. In un momento come questo, in cui la prostituzione è al centro di proposte, dibattiti e violente critiche riguardanti solo la presunta immoralità del fenomeno, abbiamo ritenuto necessario conoscere chi il dibattito lo sente sulla propria pelle.

Il dibattito

Il 28 Maggio, l'ex candidata premier Daniela Santanché aveva proposto l'emendamento di alcuni articoli della Legge Merlin, per permettere la riapertura delle case chiuse. Le dichiarazioni si ponevano a metà fra la tutela delle prostitute e il desiderio di avere strade più vivibili. La Lega ha corretto il tiro, spingendosi molto più nella seconda direzione e proponendo l'espulsione delle ragazze (frasi poi mitigate dal ministro Maroni). A ciò si aggiungono anche le parole di Alemanno: “La prostituzione in strada deve tornare ad essere reato. Se una povera disgraziata ha deciso di rovinarsi la vita facendo la prostituta, si affitti un appartamento e faccia quello che vuole...”.

Il viaggio parte dalla Salaria

“Come in Germania” ci dice Erika, albanese di 25 anni, italiano perfetto, curatissima nell'abbigliamento e gentile nei modi. Ha voglia di parlare: l'arrivo in Italia un anno fa; da sei mesi sulla strada. “Se qualcuna ti dice che è meglio stare in strada è scema” continua Erika. La sua teoria è subito smentita da una ragazza romena, molto giovane, che ci dice ridendo che preferisce la strada, forse non ci ha preso sul serio. Poi si rivolge alla sua amica in rumeno, chiedendole cosa lei preferisca. Casa.
È chiaro che la sicurezza gioca un ruolo fondamentale nella scelta: in strada si corrono pericoli maggiori che fra quattro mura. Il primo dei rischi viene da chi, per un triste gioco di parole, dovrebbe essere colui che le protegge. Molte le ragazze che non rispondono alle nostre domande, spesso addirittura evitandoci o ignorandoci per paura di essere controllate.

Viale Togliatti

L'aspetto etnico e la provenienza è un fattore discriminante quando si parla di prostituzione. Vivian e la sua amica vengono dalla Nigeria; forse questo è il caso più drammatico in cui ci siamo imbattuti. “They'll cut our head off. They're gonna kill us and our family!”. Questa la frase che rimane impressa dopo aver parlato con le due ragazze. Questo episodio palesa una situazione di costrizione e schiavismo, che rappresenta l'aspetto più crudo della prostituzione.


Intorno al centro commerciale di Cinecittà2 incontriamo alcune ragazze rumene. Le prime sono tre e sono in via Lamaro, alle spalle della fabbrica di sogni degli studios di Cinecittà, va in scena chi i propri sogni li ha visti polverizzarsi, ma cerca di andare avanti. Si divertono a parlare, ci chiedono l'indizzo del blog e ci raccontano un po' di cose. Amina sta in Italia da tre anni, ha provato un po' di lavori appena arrivata dalla Romania, ma poi è venuta in strada. Non nega che si guadagna meglio e ci dice che è senza protettore. Le chiediamo la cosa più bella e quella più brutta successe sul lavoro. Il pensiero di un cliente che le ha portato i fiori per l'8 marzo fa da contraltare a un coltello puntato alla gola.


Laura e Violeta stanno sedute all'entrata del centro commerciale. La seconda continua a lavorare come se non ci fossimo, la prima parla perfettamente italiano, ha letto i giornali e sa bene di cosa stiamo parlando. “I quartieri a luci rosse come quelli là [riferendosi all'idea di “chiudere” lo spazio dell'ex mattatoio] sono una stupidaggine. Prima o poi viene fuori qualcuno che ti vuole controllare e allora non sei più libera, devi rispondere a lui”.
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5 commenti:

Anonimo ha detto...

Come si può solo pensare che la prostituzione debba essere controllata, attraverso l'arresto di queste ragazze, che nella maggior parte dei casi, come avete fatto notare,sono sfruttate e rischiano di essere maltrattate o, addirittura,di essere uccise. Complimenti per queta vostra indagine che avete svolto in maniera accurata! Le testimoniaze danno rilievo a qualunque problematica. Da lettrice, posso affermare che si tratta di un ottimo articolo e lo segnalo a tutti coloro che come me, sono interessati a queste problematiche.
Biancarosa

Anonimo ha detto...

Per una volta anche in pubblico, complimenti anche dal direttore.
Le cose si conoscono davvero quando le vedi con i tuoi occhi e le ascolti con le tue orecchie.

SC

Anonimo ha detto...

Onorato dei complimenti pubblici del direttore e una volta tanto anche di Biancarosa. Grazie.
J

Anonimo ha detto...

Mai come questo articolo è preso dalla strada.. e proprio dalla strada arrivano i pezzi che vanno più a fondo nell'animo di chi legge.
Ma ad un pezzo serio, necessariamente, deve far da controaltare una riflessione irrispettosa e umoristica : non vogliano mica gli autori G. e D. , nel compiere questa indagine per le zone più a luci rosse di roma, informarsi per entrare, a loro volta, nel mercato della prostituzione..?

un lettore dell'athletic tuscolAIN

Anonimo ha detto...

Mi unisco a Biancarosa e al Direttore nel complimentarmi con gli autori di questo pezzo nn solo per il tema affrontato, per la scelta delle testimonianze riportate e per il modo in cui è scritto ma anche per il "coraggio" e la "professionalità" con i quali si sono addentrati in una realtà cosi dura.
Chaperon
p.s. Avete riportato "la voce della strada"..ora io mi chiedo e vi chiedo : qual'è la voce di chi accosta la sua macchina?:)