venerdì 9 maggio 2008

Il nuovo imperialismo russo


di Salvatore Scirè

La Russia prende posizione sulle questioni secessioniste della Georgia. Dopo l’intervento istituzionale contro l’indipendenza del Kosovo al fianco della Serbia, Vladimir Putin, prima di lasciare il Cremino, ha dato chiare disposizioni al nuovo governo di Medvedev su come comportarsi riguardo alla Abkhazia e all’Ossezia del Sud. Questa volta non è al fianco della sovranità di governo ma dei separatisti. Le due regioni godono di una autonomia limitata, ma nonostante le tensioni la Georgia è parsa abbastanza aperta al dialogo.


Il 26 aprile la questione si è ulteriormente complicata quando un aereo Georgiano viene abbattuto in territorio dell’Abkhazia. L’unico stato che sembra avere i mezzi per un simile atto sembra essere proprio la Russia anche se il governo omette l’accaduto.

Il monopolio energetico

Il quadro che si prospetta diventa particolarmente problematico per la stabilità della regione caucasica ed il problema più rilevante riguarda la nuova avanzata imperialista russa che democraticamente sta ricostruendo una dittatura economica e politica simile sotto certi aspetti a quella statunitense in molte zone dell’America del Sud. Ma nessuno si cura del nuovo blocco russo che avanza. Già un anno fa la tensione fra Tiblisi e Mosca si era intensificata con la battaglia diplomatica per la conquista del monopolio del gas. Alla Georgia venne negata la possibilità di comprare gas iraniano dagli Stati Uniti, mentre la Gazprom, grande società russa, crea un allaccio tra la patria e l’Ossezia del Sud dal grande gasdotto mediorientale Iran –Armenia che porta gas a tutta Europa, ufficialmente per incrementare la disponibilità (anche se la regione è quasi priva di industrie), ufficiosamente per non farlo passare in territorio georgiano e aumentare il costo. In questa maniera si spiega il grande interesse di Putin e Medvedev verso i problemi secessionisti di questa zona caucasica.

Questioni di gas


Mentre nella questione kosovara l’interesse russo aveva scopi di fratellanza con la Serbia, nella questione georgiana l’interesse resta quello economico, basti pensare che non esiste il problema se in Transilvania, nella vicina Romania, si tenta di seguire l’esempio di Pristina. Mentre anche noi continueremo a pagare gas per tre volte il suo valore si intensifica la presenza della rinata Russia nei paesi dell’ex blocco sovietico monopolizzando il mercato del gas e spartendo con gli Stati Uniti i guadagni del petrolio del Mar Caspio.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Credo che sia proprio il fattore dipendenza sotto il profilo energetico, a rendere gli altri stati, soprattutto quelli europei, così "indifferenti" all'imperialismo russo. Ma più di quello che sappiamo, ho paura di quello che NON sappiamo riguardo gli interessi di un paese, apparentemente democratico e in economia di mercato, nel quale i giornalisti vengono uccisi.

Daniele Zandonà