mercoledì 23 aprile 2008

La stampa estera punta gli occhi su Alitalia


di Michela Truncellito


Osservare le vicende attraverso le parole di una stampa non nazionale spesso può servire a sottolineare e a far venire alla luce connessioni, punti di vista, dinamiche. Passando in rassegna le principali testate giornalistiche francesi, inglesi e spagnole, si notano toni molto differenti ma con delle costanti, che suonano come dolenti conferme delle impressioni che abbiamo ricavato assistendo al fallimento della trattativa dall’Italia.
Spagna e Regno Unito

L’impostazione del quotidiano spagnolo “El Pais” è particolarmente aspra per ciò che concerne la posizione del neo-eletto Berlusconi sul caso Alitalia. L’articolo mette in evidenza la provvisorietà del piano elaborato dal leader del PdL di lasciare la linea aerea in mani italiane, segue poi analizzando le possibili compagnie acquirenti. Vengono citate la tedesca Lufthansa e la russa Aeroflot. E si ricorda come già in passato queste due compagnie interessate si fossero poi ritirate dal tavolo delle trattative. Nel “The Financial Times” troviamo toni molto simili, la proposta di Berlusconi sulla cordata italiana viene presentata come un mero tentativo di accaparrarsi una fetta dell’elettorato del Nord, e che l’ipotetica bancarotta causata dalla mancanza di investitori italiani interessati all’acquisto sarebbe un risultato politico umiliante per “Mr. Berlusconi”.

Le Monde, Le Figaro

Il quotidiano “Le Monde” pone l’attenzione sulle compagnie rientrate in gioco, e sulle motivazione che le avevano spinte a tirarsi indietro nel passato Novembre, ovvero: “Le condizioni insoddisfacenti”. “Le Figaro” dà maggiore rilevanza al prestito rilasciato d’urgenza dal Consiglio dei Ministri del governo uscente alla compagnia, riportando le dichiarazioni del Ministro dell’Economia Padoa-Schioppa, inerenti l’ammonimento della Commissione Europea di prestare ancora aiuta alla compagnia aerea, secondo Romano Prodi, all’origine della decisione Air France ci sarebbero: “le interfenze durante la campagna elettorale da parte di partiti politici precisi e le numerose difficoltà introdotte dai sindacati”.

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