venerdì 11 aprile 2008

La Destra: una campagna all’attacco per uscire dall'invisibilità


di Valeria Mencarelli

Sono in molti a pensare che quella che si sta concludendo oggi sia una delle campagne elettorali più atipiche degli ultimi anni. Un elemento su tutti, la presenza di 15 candidati premier. E se la strategia di alcuni è stata quella di ignorare i principali avversari, ad infuocare i toni del dibattito politico ci ha pensato La Destra di Francesco Storace e Daniela Santanchè.


Candidata premier lei, candidato a sindaco di Roma lui, il partito nato dalla scissione di An ha impostato la propria strategia comunicativa all’insegna dell’aggressività. Nei due mesi passati, i vari esponenti del partito hanno puntato il dito contro tutti, in particolar modo contro i loro ex-alleati a destra. A cominciare dal pasticcio del simbolo: all’inizio della campagna, hanno dovuto mandare al macero manifesti e poster freschi di stampa per un valore di circa due milioni di euro. Il Viminale aveva bocciato il logo perché troppo simile a quello di An, un fatto che ha lasciato l’amaro in bocca a Storace e Santanchè, che già in partenza erano intenzionati a portare via il maggior numero possibile di voti al Pdl.

Parole al vetriolo

Le dichiarazioni dei due contro l’ex-amico e contro il Cavaliere si sono susseguite senza sosta. Un giorno lei dichiarava che a Berlusconi “le donne piacciono solo orizzontalmente”, scatenando l’ira della Mussolini, un altro lui definiva Fini “un delfino succube del suo Presidente”, un altro ancora, insieme, sbandieravano il rischio dell’inciucio, il Veltrusconi, altro chiodo fisso della campagna. Per le elezioni Comunali la lotta si è fatta ancora più aperta: Storace è convinto di avere il suo bacino di elettori nel Lazio, tanto da dichiarare che “se fossi stato io il candidato unitario del centrodestra avrei battuto Rutelli al primo turno”, altra frecciatina diretta stavolta ad Alemanno e al rischio del ballottaggio.

L'obiettivo

Calcoli alla mano, se Storace, già governatore della regione, dovesse superare con La Destra lo sbarramento dell’8% al Senato, il Pdl perderebbe il Lazio. Intanto, sia lui che la Santanchè si dichiarano sicuri di raggiungere il quorum in entrambe le Camere. Sono stati due mesi di parole forti e polemiche velenose. Non che questo li abbia resi grandi protagonisti, le prime pagine dei giornali rimangono saldamente occupate da Veltroni e Berlusconi, ma se la loro Destra riuscirà a raccogliere anche solo la metà dei voti a cui aspira, la nuova formazione potrà contare sull’ambito ruolo di ago della bilancia in caso di pareggio tra Pd e Pdl.

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