venerdì 11 aprile 2008

Intervista a Marina Formica: Roma tra Università e cultura

di Daniele Zandonà
“La cultura per Roma. Università e città insieme”. E' questo lo slogan della candidatura per le elezioni amministrative di Roma, nella Lista Civica per Rutelli, di Marina Formica, docente di Storia Moderna nell'Università di Tor Vergata. L’abbiamo intervistata per capire quali motivazioni l’hanno portata alla candidatura, e quale contributo spera di poter portare alla politica romana.
Prof. Formica, dall’Ateneo alla politica, come è successo?

Da quando sono a Tor Vergata ho avuto una serie di incarichi come delegata dell'ateneo nei confronti del territorio. Ho avviato delle trattative col Comune per poter creare un'area culturale che servisse sia ai nostri studenti, sia ai quartieri dell'VIII municipio, zone conosciute solo per alcune situazioni di degrado. L'esperienza è andata a buon fine, con la nascita del Teatro Tor Bella Monaca diretto da Michele Placido. Da lì ho continuato con altri progetti, come quello per l'istruzione dei carcerati di Rebibbia, una piattaforma tramite la quale i detenuti possono seguire a distanza le lezioni. Queste esperienze hanno portato molti colleghi a sollecitare una mia presenza alle elezioni, e mi hanno fatto pensare a come si possa ben coniugare l'impegno di ricerca con l'impegno civile.

Quanti degli stimoli che le vengono dal contatto con i giovani vuole portare nel suo impegno politico?

Quando ricevetti le proposte per la mia candidatura, un'obiezione che ponevo era quella di non avere esperienza politica; una persona a me cara mi ha fatto però notare quanto avessi esperienza nel contatto giornaliero con chi rappresenta il futuro, gli studenti. Con loro ho un rapporto molto valido, e nel mio programma ci sono tante misure che vorrei adottare per favorire la loro vita accademica, assieme a tante altre sollecitazioni che spero mi verranno poste da loro stessi. Vorrei costituire un forum permanente degli studenti attraverso il quale discutere regolarmente dei problemi delle Università romane. Spesso noi non ci rendiamo pienamente conto dei loro problemi quotidiani, anche al di fuori dell'ateneo: per questo la loro partecipazione è fondamentale.

Quali sono i principali punti del suo programma?

Per il nostro ateneo, i pricipali problemi sono la metropolitana, che dovrebbe arrivare fino alle facoltà e in tempi brevi; quello delle mense e delle residenze, nonché dell'apertura dell'università e delle biblioteche, da prolungare il più possibile. A livello generale, vorrei realizzare un miglior coordinamento tra gli atenei: a volte per assurdo capita che in due università si lavori sullo stesso progetto di ricerca senza saperlo. Creare quindi una banca dati delle ricerche in corso, che migliorerebbe anche il rapporto con le imprese. Dare anche più spazio alla dimensione del volontariato: sarebbe importante che ogni studente ne abbia una piccola esperienza corrispondente a dei crediti formativi. Aprirsi anche al mondo degli adulti: le università, finite le lezioni per gli studenti, dovrebbero diventare luoghi di formazione permanente per gli adulti attraverso incontri, dibattiti, corsi di aggiornamento. Se anche gli adulti si avvicineranno al mondo dell'università, la società potrà solo trarne vantaggio. Innalzare il livello culturale della nazione, avvantaggerà la formazione dei ceti dirigenti del domani.

Si candida in una lista civica, non partitica, che sostiene Rutelli. Cosa vi ha spinto verso lui piuttosto che verso altri candidati sindaci?

Mi riconosco nell'area politica del centro-sinistra. Penso che questa città abbia cominciato a cambiare realmente dalla prima giunta Rutelli in avanti, e che poi Veltroni abbia fatto molto proseguendo su quella strada. Proprio con Rutelli è stata creata per la prima volta una delega per i rapporti tra il Comune e le Università. Ha anche esperienza nell'ambito dei beni culturali, preziosa per una città come Roma che ha un grande patrimonio nel settore artistico, della conoscenza e della cultura.

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