sabato 26 aprile 2008

Il decano del jazz italiano appoggia Rutelli: intervista a Lino Patruno

di Roberto Scalia

Alla vigilia del ballottaggio di Roma di domenica e lunedì prossimo, interviene Lino Patruno, musicista italiano di fama internazionale, un vero e proprio mostro sacro del jazz, che Francesco Rutelli ha voluto candidare al Comune di Roma, per le elezioni amministrative di due settimane fa.


Anche se il chitarrista non è stato eletto, vuole lanciare un messaggio a favore del candidato del Partito Democratico: " Ho conosciuto Francesco Rutelli, prima di questa sfida, così alla vigilia della campagna elettorale, mi propose di partecipare a questa avventura e io vi presi parte soprattutto perché è una persona che stimo e ha ottime idee sulla conduzione della città". Patruno non è nuovo alla candidatura politica; la prima volta Marco Pannella gli aveva chiesto di candidarsi e anche quella volta non fu eletto. "Ho sempre stimato Marco Pannella fino a quando non tentò di dialogare con Silvio Berlusconi".
E sul leader del Popolo della Libertà, Patruno racconta un aneddoto di oltre vent'anni fa: "conobbi Berlusconi a Milano in casa di Bettino Craxi e in quell'occasione chiesi al cavaliere perché la Fininvest non trasmetteva mai programmi sul jazz. Così Berlusconi disse ad un suo collaboratore li presente di organizzare assieme a me qualcosa per la tv; il collaboratore mi disse di richiamarlo qualche giorno dopo, cosa che feci, ma lui mi disse di richiamarlo dopo un mese perché aveva da fare, giusto per farmi capire, che non c'era spazio per il jazz alla Fininvest e così interruppi per sempre qualsiasi contatto con lui e con le sue inutili reti televisive". Qualche anno fa, tramite l'amico Romano Mussolini , Fini gli offrì di occuparsi della parte culturale di AN; Patruno lo ringraziò ma gli fece sapere che la cosa sarebbe stata impossibile perché di idee completamente diverse.
Il maestro ricorda il lavoro svolto da Rutelli e da Veltroni nel campo artistico, per la città di Roma, "la casa del cinema, la casa del jazz, l'auditorium e tanto altro è stato fatto in anni d'amministrazione della sinistra, quindi io non posso non dare la mia fiducia Rutelli, anche perché il mio credo politico è uguale". Comunque Patruno sottolinea l'omologazione della società a quanto mostra la tv, " la gente vuole essere, quello che vede in tv e fa di tutto per poter partecipare a reality o a giochi, pur di ottenere quella visibilità che li rende felici, seppur per brevi attimi". E questo è il pericolo maggiore: la gente viene allettata e viene distolta dalla realtà facendosi coinvolgere dalla banalità e allontanandosi sempre di più dalla verità, dalla cultura, dal pensiero.

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