giovedì 20 marzo 2008

Focus sui Paesi islamici: intervista a Maria Giovanna Stasolla


di Gianni Galleri

Per accostarsi correttamente al mondo islamico, è utile chiarire dei termini, solitamente usati sui mezzi di comunicazione e sui giornali, che pongono tuttavia dei problemi perché non sempre sono usati in maniera appropriata. La professoressa Maria Giovanna Stasolla, docente di Storia dei Paesi Islamici, all'Università di Roma “Tor Vergata”, ci ha concesso un'intervista per aiutarci a capire.

Una prima interessante specificazione potrebbe essere, spiegare che cosa si intende per Paesi islamici?
Con la definizione di paesi islamici si indicano quegli stati dove la maggioranza della popolazione professa la religione che si definisce Islam. Bisogna ricordare che si tratta della maggioranza della popolazione e non della totalità, perché in questo vasto mondo esistono delle minoranze e ovunque, coesistono con l'islam altre religioni, che siano monoteistiche, cioè cristianesimo ed ebraismo, o anche altri tipi di religione, come le religioni persiane, lo zoroastrismo, l'induismo e tutte quelle legate alle tradizioni locali.
Da un punto di vista puramente geografico che cosa intendiamo con mondo islamico?
Indichiamo quel mondo che si estende dall'Oceano Atlantico, comprendendo la fascia temperata a sud del Mediterraneo, quasi fino all'Equatore, fino all'Oceano Indiano, al subcontinente indiano, alle Filippine.
L'espressione islamico non rischia di ridurre questo mondo solo all'aspetto religioso?
Probabilmente è vero. Bisogna infatti riflettere, che noi ci riferiamo al mondo occidentale con un'altra tipologia di categorie e che non usiamo più categorie legate alla religione, per riferirsi ad esempio all'Italia. Per riferirci al mondo occidentale, adoperiamo categorie, che definiscono delle entità geografiche, politiche, sociologiche. Partiamo da presupposti diversi: la stessa cosa bisognerebbe imparare a fare, quando ci si riferisce al mondo islamico.
Dovremmo allora cambiare termine?
Non cambio termine, ma è giusto contestualizzarne il riferimento, perché “islamico” è applicabile in maniera sicuramente piu esatta ad una civiltà e ad un sitema culturale che si chiama Islam. Perché l'Islam è sì una religione ma è molto di più: è un sistema di valori, è un sistema elaborativo di identificazione di se stessi e degli altri.
Quindi l'aggettivo islamico è da riferirsi ad una cultura e deriva la sua ragion d'essere da motivi storici?
Sì, perché quando si intende islamico si intende la cultura e la civiltà che nascono, con la predicazione del profeta Muhammad, fatta nel VII secolo dell'era cristiana, con la quale nasce una religione monoteista che si pone, non in conflitto, ma in continuità con le due precedenti.
Questa religione ha cambiato il modo di vivere dei suoi credenti?
Questa religione ha chiaramente dato luogo ad un mutamento, sicuramente straordinario, epocale della vita e dei sistemi di valori del popolo arabo, degli arabi della penisola arabica, cioè di quella parte di terra occupata attualmente, per la maggioranza, dal regno dell'Arabia Saudita.
Ma ci furono altre influenze?
Questa religione mutò lo stile di vita di questo popolo, ma una volta cominciate le conquiste al di fuori della penisola arabica, la cultura islamica si confrontò con altre popolazioni, quelle zoroastriane, cristiane e tutte le varie sette ebraiche, che vivevano ai confini della penisola.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Niente di meglio di una "mappa dei termini" per saper orientarsi in un mondo assai diverso dal nostro.. ma che, non per questo, è da temere a causa di facili stereotipi..!
Un discorso interessante e da approfondire per evitar di rimaner "imbarazzati" quando ci troviamo di fronte a termini abusati e visti troppo spesso con un accezione negativa : saper distinguere per saper capire.

Anonimo ha detto...

Si infatti credo sia necessario focalizzare di che cosa stiamo parlando, prima di parlarne, anzi invito te e tutti i lettori a proporre quali sono le parole che vi interessa più conoscere e che risultano piu oscure.

GG