di Salvatore Scirè
La caccia ai famosi per completare le liste elettorali ha investito tutte le categorie professionali e dello spettacolo. Negli ultimi anni simboli del cambiamento sono stati attori e presentatori come Enrico Montesano e Gerry Scotti, pittori come Renato Guttuso e la grande famiglia Agnelli. Ma se la partecipazione dei presunti Cavalieri del Lavoro dal 1994, anno della discesa in campo di Silvio Berlusconi, sembra ormai legittima e naturale, ci stiamo accorgendo che, in certi casi, si è passati da una politica-spettacolo ad una politica del varietà. L’apparizione di Luca Barbareschi nel programma di La 7 NdP ci mostra i limiti dei vip in politica, dove non basta (o perlomeno non dovrebbe) solo saper recitare un ruolo preconfezionato, specialmente in un momento storico nel quale la disaffezione per la politica è ai massimi storici. Sicuramente la presenza di simpatici personaggi può servire per una politica popolare, ma può trasformarsi in un’arma a doppio taglio.
La caccia ai famosi per completare le liste elettorali ha investito tutte le categorie professionali e dello spettacolo. Negli ultimi anni simboli del cambiamento sono stati attori e presentatori come Enrico Montesano e Gerry Scotti, pittori come Renato Guttuso e la grande famiglia Agnelli. Ma se la partecipazione dei presunti Cavalieri del Lavoro dal 1994, anno della discesa in campo di Silvio Berlusconi, sembra ormai legittima e naturale, ci stiamo accorgendo che, in certi casi, si è passati da una politica-spettacolo ad una politica del varietà. L’apparizione di Luca Barbareschi nel programma di La 7 NdP ci mostra i limiti dei vip in politica, dove non basta (o perlomeno non dovrebbe) solo saper recitare un ruolo preconfezionato, specialmente in un momento storico nel quale la disaffezione per la politica è ai massimi storici. Sicuramente la presenza di simpatici personaggi può servire per una politica popolare, ma può trasformarsi in un’arma a doppio taglio.
Freno o traino?
Effettivamente non si sa con certezza quanto una immagine distrutta mediaticamente, come ad esempio quella di Luciano Moggi (non candidato ma comunque presente all’apertura della campagna elettorale dell’Udc), possa giovare all’immagine di una politica pulita, oppure di una figura idealizzata, come quella di Ciarrapico (Pdl), in un partito, che ai limiti del possibile, viene definito centrista. Se immagini legate a vittorie sportive, come l’olimpionica Manuela Di Centa, possono dare una immagine vincente di partito, l’imprenditore Ciarrapico diviene solo un mezzo per far parlare di se e recuperare qualche voto alla destra radicale. Il mondo politico è ormai pieno di personaggi più o meno noti: giornalisti come Piero Marrazzo, hanno rispecchiato il ruolo di paladini della giustizia, fino a diventare Presidenti della Regione Lazio e , a ruota libera, ricordiamo la giornalista Lilly Gruber per il centrosinistra o Mara Carfagna, Gabriella Carlucci ed Elisabetta Gardini, showgirls entrate in parlamento con il centrodestra.
L'altro volto della tragedia
L'altro volto della tragedia
Spesso ci troviamo di fronte alla speculazione spettacolare di tragedie col vantaggio di prendere il pacchetto unico di candidato e visibilità mediatica. Ricordiamo la madre di Carlo Giuliani, la moglie di Paolo Borsellino con la loro sete di giustizia, fino ad arrivare alla lotta fra Pd e Sinistra Arcobaleno per accaparrarsi il sopravvissuto della Thyssenkrupp. Alla fine l'ha spuntata il Pd, e nella Sinistra Arcobaleno è stato Diliberto a rinunciare alla sua candidatura per lasciare spazio ad un altro operaio.
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