venerdì 8 febbraio 2008

Il diritto al voto dei disabili - Articolo 3


Inauguriamo oggi Articolo 3, una rubrica nata per mostrare come vengano silentemente disattesi i diritti dei disabili in tema di partecipazione politica, culturale ed economica alla società dei "normali". A partire da questo post pubblicheremo degli estratti dalla relazione che Costantino Valletta ha preparato su invito di Mina Welby per il VI Congresso dell'Associazione Coscioni: incontro nazionale sul tema della disabilità che si terrà a Salerno dal 15 al 17 febbraio.

Sferalab è orgogliosa di accogliere tra le sua fila Costantino: un uomo di straordinaria forza morale e una penna lucidissima.


di Costantino Valletta

L’Articolo 3 della nostra Costituzione recita:
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Si deduce che tutti i cittadini hanno gli stessi diritti e ognuno deve poterne usufruire, indipendentemente dalle condizioni fisiche. Le nostre istituzioni da sempre disattendono la completa applicazione dell’articolo 3

Superare il pregiudizio

La politica in Italia sembra poco interessata a estendere a tutti i diritti sanciti dalla nostra costituzione. Le persone disabili sono spesso escluse dal principio di uguaglianza dei diritti tra tutti i cittadini. Nonostante i pregiudizi ancora esistenti nella nostra società, la disabilità fisica non intacca le facoltà mentali di una persona, la quale deve essere messa in condizione di poterle sfruttare in pieno. La nostra esistenza non può ridursi alla mera sopravvivenza, uno Stato che si possa definire tale deve impegnarsi per migliorare la qualità della vita di chi è in difficoltà. Per far questo prima di tutto occorre rendere le persone disabili cittadini a tutti gli effetti, in grado come tutti di poter gestire liberamente le loro vite.

Una grave privazione

Molte persone sono private del diritto di voto, la possibilità di votare a domicilio oggi è molto ristretta, la legge lo prevede solo nel caso in cui si vive attaccati a macchinari elettromedicali e non per tutte le persone intrasportabili per motivi di salute. Questa è un’intollerabile violazione, senza diritto di voto si diventa cittadini a “responsabilità limitata”. In questo modo da sempre questo diritto costituzionale è clamorosamente disatteso, è ora di porre fine a una tale ingiustizia, estendendo la possibilità di esprimere il proprio voto presso la propria abitazione anche a coloro i quali, pur non essendo del tutto impossibilitate a muoversi dalla propria abitazione, sono costretti a fronteggiare enormi difficoltà per lo spostamento.

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