di Pasquale Quaranta
Provate a scrivere come parola-chiave “gay” oppure “omosessualità” nel motore di ricerca del sito www.beppegrillo.it Prenderete atto che Beppe Grillo, comico e blogger italiano, non ha scritto alcunché di particolarmente rivoluzionario sui diritti delle coppie omosessuali. Non solo gli interventi su questo tema si contano sulle dita di una mano (alcuni dei quali sono contributi ospitati), manca proprio un suo articolo che sostenga la necessità di approvare una legge che tuteli i diritti delle coppie omosessuali in Italia e di mettere fine a questa ingiusta discriminazione. Eppure molte e-mail gli sono state inviate da parte di giovani gay e lesbiche, molte testimonianze, storie di violenza, semplici sfoghi. Ci si aspettava almeno una risposta alle centinaia di lettere in un post dedicato. Invece nulla, le priorità sembrano essere altre.
Gli impliciti nella comunicazione
Dobbiamo accontentarci di alcuni accenni qua e là, di alcune espressioni stereotipate come: “…a Torino sono sfilati gli omosessuali” o battute del genere: “Se i gusti sessuali di An fossero stati più alternativi, gli italiani si sarebbero sciroppati piselli e viados”. Non è la prima volta che, per attaccare i propri avversari, Beppe Grillo utilizza metafore più vicine all’omofobia che all’umorismo: “… ma i giornalisti, questa casta di gente, la vera casta che c'è in Italia. Ve ne siete accorti, no? Migliaia di schiavi vergognosi, messi li a pecorina, a 90°. Una cosa indegna”. Stesso discorso per le persone transessuali, considerate soltanto come un dettaglio di colore in chiave, ovviamente, umoristica: “… Governo Prodi. Il portavoce Sircana è stato fotografato secondo fonti autorevoli su una strada piena di trans”.
L'eccezione
L’unica presa di posizione l’abbiamo letta in fondo a un articolo contro le dichiarazioni di Giancarlo Gentilini (Lega Nord), il quale ha proposto una “pulizia etnica dei culattoni”[1]. L’immagine, nel post di Grillo, è di un sedere. Più in basso: “Vita dura per lo sceriffo tra puttane, culattoni e extracomunitari. Culattone è un termine vecchio, sa di stalla, di letame, di campi di concentramento nazisti, di detenuti con il triangolo rosa al petto. Suggerisco a Gentilini qualche altro termine per le prossime volte: finocchio, busone, checca, faggot, frocio, gay, bucaiolo, recia, invertito, culano, travestito, orecchione, maricon, biche, zia. O anche essere umano, cittadino italiano, persona con gli stessi diritti degli eterosessuali e, anche, dei celoduristi padani”. Ma i diritti degli omosessuali non si possono sbandierare solo per distinguersi dalle dichiarazioni razziste dei politici o dei cardinali di turno: vanno sostenuti con la grinta e la determinazione, qualità di cui Grillo dispone in abbondanza. La sua opera di paladino delle libertà dei cittadini sarebbe più completa se si facesse carico delle istanze di numerosi cittadini italiani, molti dei quali aspettano una legge che tuteli il loro diritto a vivere e amare liberamente.
Provate a scrivere come parola-chiave “gay” oppure “omosessualità” nel motore di ricerca del sito www.beppegrillo.it Prenderete atto che Beppe Grillo, comico e blogger italiano, non ha scritto alcunché di particolarmente rivoluzionario sui diritti delle coppie omosessuali. Non solo gli interventi su questo tema si contano sulle dita di una mano (alcuni dei quali sono contributi ospitati), manca proprio un suo articolo che sostenga la necessità di approvare una legge che tuteli i diritti delle coppie omosessuali in Italia e di mettere fine a questa ingiusta discriminazione. Eppure molte e-mail gli sono state inviate da parte di giovani gay e lesbiche, molte testimonianze, storie di violenza, semplici sfoghi. Ci si aspettava almeno una risposta alle centinaia di lettere in un post dedicato. Invece nulla, le priorità sembrano essere altre.
Gli impliciti nella comunicazione
Dobbiamo accontentarci di alcuni accenni qua e là, di alcune espressioni stereotipate come: “…a Torino sono sfilati gli omosessuali” o battute del genere: “Se i gusti sessuali di An fossero stati più alternativi, gli italiani si sarebbero sciroppati piselli e viados”. Non è la prima volta che, per attaccare i propri avversari, Beppe Grillo utilizza metafore più vicine all’omofobia che all’umorismo: “… ma i giornalisti, questa casta di gente, la vera casta che c'è in Italia. Ve ne siete accorti, no? Migliaia di schiavi vergognosi, messi li a pecorina, a 90°. Una cosa indegna”. Stesso discorso per le persone transessuali, considerate soltanto come un dettaglio di colore in chiave, ovviamente, umoristica: “… Governo Prodi. Il portavoce Sircana è stato fotografato secondo fonti autorevoli su una strada piena di trans”.
L'eccezione
L’unica presa di posizione l’abbiamo letta in fondo a un articolo contro le dichiarazioni di Giancarlo Gentilini (Lega Nord), il quale ha proposto una “pulizia etnica dei culattoni”[1]. L’immagine, nel post di Grillo, è di un sedere. Più in basso: “Vita dura per lo sceriffo tra puttane, culattoni e extracomunitari. Culattone è un termine vecchio, sa di stalla, di letame, di campi di concentramento nazisti, di detenuti con il triangolo rosa al petto. Suggerisco a Gentilini qualche altro termine per le prossime volte: finocchio, busone, checca, faggot, frocio, gay, bucaiolo, recia, invertito, culano, travestito, orecchione, maricon, biche, zia. O anche essere umano, cittadino italiano, persona con gli stessi diritti degli eterosessuali e, anche, dei celoduristi padani”. Ma i diritti degli omosessuali non si possono sbandierare solo per distinguersi dalle dichiarazioni razziste dei politici o dei cardinali di turno: vanno sostenuti con la grinta e la determinazione, qualità di cui Grillo dispone in abbondanza. La sua opera di paladino delle libertà dei cittadini sarebbe più completa se si facesse carico delle istanze di numerosi cittadini italiani, molti dei quali aspettano una legge che tuteli il loro diritto a vivere e amare liberamente.
6 commenti:
Caro Pasquale, meglio così, pensa un pò se grillo dovesse addentrarsi nei mille interessi dell'arcigay e di come si sostenta tramite il tesseramento che permette di entrare in locali con dark annesse...
sei ingenuo, non tutti hanno un impegno civile e sociale come te.
il 90% degli iscritti usa la tessera per entrare nei locali dovresti saperlo tu come il comitato centrale dell'arcigay.
Potevi risparmiartela questa baggianata, se grillo dovesse entrare nel dettaglio ed indagare a modo suo sai che guaio.
o speri forse questo e non sei così ingenuo??
Saluti.
Giò.
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ma soprattutto, chi se ne fotte di grillo?
Leggo sempre tante critiche all'Arcigay e al suo modo di finanziarsi. Critiche legittime, per carità, qualcuna persino condivisibilissima. Però a questi "puristi del mondo gay" vorrei chiedere: senza Arcigay in Italia chi avrebbe avuto la forza di imporre un minimo di dibattito sulla realtà omosessuale? Provate a chiedere alla cosiddetta "gente comune" se qualcuno conosce altra organizzazione omosessuale oltre all'Arcigay e indicatemi iniziative o nuove associazioni che riescano a farsi efficacemente sentire a livello nazionale! Certo, Arcigay non è affatto il massimo della vita, ma se non ci fosse stata, a livello nazionale sarebbe stato il silenzio più assoluto. Poi, possiamo discutere di tutto: dal finanziamento alle sue politiche. Tenendo ben presente, però, che mentre l'omofobia impazza, un buon 80% di gay se ne va allegramente a ballare come se nulla fosse sputando sulla tessera che permette a pochi fessi di metterci la faccia per (tentare di) difendere anche la loro dignità pubblicamente! Che strano Paese, l'Italia!
Ma il dicsorso è un altro, lascamo perdere Arcigay.
Effettivamente Grillo ha un blog che è il più letto d'Italia e tra i primi nel mondo.
Beh, se parlasse anche dei diritti civili fondamentali (e non sto dicedo che sono solo diritti dei gay, perché riguardano tutti) sarebbe un blog molto migliore.
Forse è vero: Grillo parla solo di quello che fa cliccare la gente. Del resto, se ne frega.
La mia esperienza? Ho presentato il mio libro sui matrimoni omosessuali ad Ascoli Piceno, la mia città. A parte pochi amici e parenti, sapete chi c'era? Qualcuno del gruppo di Grillo. Non mi hanno mai accolto con un entusiasmo incondizionato, e tra l'altro non era nemmeno necessario. Però si sono incuriositi, se avevano qualche dubbio, l'hanno superato. E sono stati presenti, e hanno letto il mio libro. Mi sembra un buon segno.
Ovvero: Grillo non parla di noi, l'ho notato da tempo anche io, e questo fa di lui un opportunista più di quel che sembra. Ma ha dietro molta gente di una certa qualità, che comunque i nostri diritti li capisce.
Allora? INFILTRAMOCI!!!!!
ho l'impressione che chi guarda Grillo dall'esterno gli dia maggiore "importanza" e "responsabilità" di chi lo segue e di tutti coloro che costituiscono i cosidetti gruppi del meetup (gruppi degli amici di grillo)- Io sono una di quelle---lesbica dichiarata e ex organizer del gruppo di Milano---e mai mi sono aspettata (io come tutti coloro che compongono i gruppi) che grillo facesse qualcosa in particolare. Grillo è un comico e come cittadino liberamente parla di alcune cose e fa da stimolo per alcune battaglie- NON E' UN POLITICO indi non deve rendere conto a nessuno di istanze di un certo tipo piuttosto che di un altro. "quelli che stanno dietro grillo" NON sono seguaci nè suoi dipendenti nè esiste un partito o movimento unico.....per cui caro Quaranta invece di rivolgerti a grillo rivolgiti al meetup più vicino...anzi iscriviti e porta le tue sacrostante istanze all'interno di un meetup. Saluti. Eliana
Beh, direi che anche il post di Pasquale sia un modo per "infiltrarsi". In effetti Grillo ha costruito la sua fama come fustigatore di mal costumi, dunque anche l'omofobia (chiamiamolo per quel che è: il razzismo) verso le persone omosessuali e lo spacciare per "questione eticamente sensibile" dei sacrosanti diritti umani (spesso poi da parte di politici ed ecclesiasti che nella loro vita pubblica e privata contraddicono molti dei loro sacrosanti princìpi!!) è strano che non siano temi sui quali si sia finora soffermato. Forse anche da queste sollecitazioni potrebbe scaturire qualche presa di posizione o quantomeno il lancio di un dibattito serio su queste questioni.
Per Gian Mario: io condivido in toto le tue battaglie, ma voglio farti notare che il livello di maturità della popolazione gaylesbica italiana è davvero infimo... La ragion per cui l'Italia è uno degli ultimissimi Paesi occidentali in cui la popolazione LGBT non viene rispettata è perché non sappiamo farci rispettare! Chissà che anche attraverso Internet non riesca finalmente a istillarsi una minima consapevolezza della propria dignità e titolarità di diritti sacrosanti e umani...
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