mercoledì 6 febbraio 2008

Israele alla Fiera del Libro: un ospite scomodo


di Gianni Galleri
(con la collaborazione di Serena Rosticci)

Israele, in occasione dei 60 anni dalla sua nascita, sarà l'ospite d'onore alla Fiera del Libro di Torino. Come ogni fatto legato a questo Stato, la decisione non ha mancato di suscitare discussioni e aspre polemiche, dagli inviti al boicottaggio alle accuse di antisemitismo per i contestatori. Ma questa è la decisione del consiglio direttivo, che ha deciso di dedicare la manifestazione ad Israele, dopo che in un primo tempo si era parlato dell'Egitto. Il cambiamento sembra sia dovuto ad un'importante esposizione sull'arte egiziana che dovrebbe tenersi l'anno prossimo nel capoluogo piemontese e che avrebbe un effetto benefico e reciproco sulla Fiera.
Le prime reazioni
La protesta è nata in seguito ad un'iniziativa della Lega degli Scrittori giordani, nella figura del loro presidente, Saud Qubaylat: “Ci meravigliamo dell’ospitalità data a uno Stato fondato sui resti di un popolo intero cacciato via dalla sua terra” e ha proseguito dicendo che “il 60° anno della nascita di Israele è anche il 60° anniversario della Naqba [la catastrofe] del popolo palestinese”.
L'Unione degli Scrittori Arabi si è unita e ed ha inoltrato una protesta formale e alcuni suoi scrittori, tra cui, per primo, Ibrahim Nasrallah hanno deciso di boicottare l'evento.
Due voci significative
Ha scatenato grandissime polemiche l'intellettuale islamico Tariq Ramadan, che avrebbe invitato all'odio e all'antisemitismo. «Non si può approvare nulla che provenga da Israele», queste sembrerebbero le parole dello scandalo. In realtà non c'è traccia di niente di simile sul suo sito e l'invito al boicottaggio è così motivato «è indecente celebrare uno Stato, facendone un “invitato d’onore”, quando il suo governo non rispetta minimamente i diritti umani e umilia quotidianamente il popolo palestinese». Sull’altro versante, Nathan Englander, giovane rivelazione della letteratura ebraica e americana, ha dichiarato “E’ legittimo avere una posizione anche durissima nei confronti della politica dello Stato d’Israele, ma cosa c’entrano gli scrittori? Cosa c’entra la cultura?”.
Le reazioni in Italia
Dietrofront della sinistra radicale, che ora si pronuncia, secondo Fausto Bertinotti, “assolutamente contraria” al boicottaggio nei confronti di Israele. Sabato scorso un gruppo di esponenti cittadini di Rifondazione Comunista, aveva chiesto ai principali soci della Fondazione del Libro, di fare un passo indietro relativamente alla presenza d’Israele all’evento.”Israele non è solo uno Stato”ha continuato poi l’ex Presidente della camera, “ma il luogo dell’anima di tutti gli ebrei del mondo”. Affermazioni che sono servite a Bertinotti per cercare di ricomporre le fratture interne alla sinistra, che sembrano ora aprirsi fra le istituzioni pubbliche torinesi, in relazione all’idea di far partecipare alla Fiera del libro anche esponenti dell’Autorità Nazionale Palestinese. Invece il sindaco di Torino Sergio Chiamparino, ha definito i protestanti “reazionari che sventolano vessilli di sinistra, ma sostengono posizioni di destra”
La nostra opinione
Per chiudere, come redazione di Sferalab, ci sentiamo di rifiutare il boicottaggio della manifestazione, senza tuttavia condividere completamente la scelta degli organizzatori. Vogliamo quindi fare nostra la posizione di Dario Fo e Moni Ovadia «Che cosa c’è di meglio della cultura per affrontare in modo alto questi problemi? C’è una fiera? E allora ci saranno due temi, e avranno lo stesso diritto di cittadinanza. Perché se è vero che gli scrittori di Israele sono fra i più importanti e fecondi del mondo intero è altresì vero che è davvero difficile parlare di questo Stato facendo finta che non esista un problema Palestina».

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