giovedì 17 gennaio 2008

Via libera al referendum


di Serena Rosticci

Tra il 15 aprile e il 15 giugno gli italiani saranno chiamati alle urne per scegliere tra il si e il no, quindi se modificare o meno il sistema elettorale. La Corte Costituzionale, ieri, ha dato il via libera al referendum in tempi decisamente brevi. La Consulta, iniziata alle 9 e 30, ha preso la sua decisione alle 16 e 30, dopo neanche quattro ore di confronto effettivo, e con una maggioranza schiacciante: 11 voti a favore contro 3 contrari. Il Comitato vuole mobilitarsi immediatamente, e per questo da oggi parte la campagna con lo slogan “Adesso SI”. L’entusiasmo dei promotori va però a contrapporsi con la delusione dei partiti minori. Contrario è appunto Bertinotti, che da Caracas dichiara: “Non cambia assolutamente nulla per il Parlamento, che deve determinare con le sue forze e in piena autonomia lo sblocco della crisi del sistema italiano”. E aggiunge: “La decisione della Consulta era prevedibile, anche se non intendo dire ora le motivazioni per cui mi sembrava tale”. Ma nel centrosinistra, tanto Di Pietro quanto Parisi, non vedono altra soluzione che il referendum. Spetterà al governo fissare la data di questo, così come spetterà al popolo la decisione finale.

I quesiti – chiave

Sono tre i quesiti che puntano a cancellare la cosiddetta “porcata”, definizione data dall’ex ministro Calderoli in riferimento alla legge elettorale votata dal centrodestra nel 2005. Il primo e il secondo attribuiscono a Camera e Senato il premio di maggioranza alla lista più votata, anziché alla coalizione. Infine, il terzo quesito vieta le candidature multiple, ossia la possibilità per un candidato di concorrere in più circoscrizioni.
Adesso la classe politica italiana si trova dinnanzi due strade: una è il ritorno ad un sistema proporzionale, l’altra è una campagna referendaria che metta i cittadini in condizione di decidere se preferiscono correggere l’attuale
legge elettorale.

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