mercoledì 19 dicembre 2007

Dalai Lama: l'ospite indesiderato


di Salvatore Scirè

“Il Parlamento italiano non apra le porte al Dalai Lama”: con questo appello l’ambasciatore della Cina Dong Jinyi, stizzito dall’attenzione mediatica degli ultimi giorni per l’esponente del buddismo tibetano, mostra il suo disaccordo sull’incontro fra il Nobel per la pace e il Presidente della Camera dei Deputati Fausto Bertinotti. Dong Jinyi giustifica l’avversione verso il religioso dichiarando che il Dalai Lama non parla, fa solo propaganda falsa dicendo che la cultura del buddismo tibetano è distrutta dalla Cina e accusandolo di cercare di accattivarsi le simpatie dell’Occidente poiché vuole la separazione del Tibet dalla Cina. L’ambasciatore rincara la dose mettendo in discussione la sua autorevolezza e definendo il religioso un bugiardo separatista.

La risposta


Fausto Bertinotti replica dicendo che l'incontro è stato realizzato per la rilevanza internazionale del Dalai Lama e che proprio lui stesso ha riconosciuto l’integrità geografica della Repubblica Popolare Cinese. Oltre al caso diplomatico provocato dal rappresentante cinese è intervenuto anche il Ministro delle Politiche Europee Emma Bonino, che esprime il suo disaccordo per il disinteresse del Presidente del Consiglio verso un incontro con il Dalai Lama, ma il Ministro degli Esteri Massimo D’Alema, ha ricordato di aver incontrato diverse volte l'autorità religiosa tibetana e di essere onorato per la presenza del Nobel in Italia, ma di non credere che il governo fosse tenuto a parlare con lui visto che nemmeno il religioso ha richiesto un incontro con il governo Italiano.

Una storia italiana


L’ambasciatore chiude il caso augurandosi che le sempre più importanti alleanze fra Italia e Cina non vengano mai in nessun caso intaccate, tante sono state le polemiche per la mancata attenzione nei confronti dell’ “indesiderato ospite”, ma non ci dobbiamo stupire per la reazione di un diplomatico verso il Dalai Lama e per le accuse di ingerenza negli argomenti della politica, poiché la maggior parte della popolazione italiana soffre dei medesimi problemi con il Papa.

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