di Gianni Galleri
Il Medioriente è pronto a scoppiare. Di nuovo. Due situazioni vicine e per molti versi simili stanno trascinando la regione verso una nuova catastrofe. Da una parte, la Palestina che dopo Annapolis è ricaduta nel dimenticatoio, dove nell'ultima settimana, secondo Peacereporter sono morte 60 persone, fra quelle uccise dalle incursioni israeliane e quelle che, già malate, non hanno potuto ricevere cure a causa dei check points e dell'impossibilità di muoversi.
Una terra fratturata
Dall'altra parte, il Libano. Il Paese dei Cedri, un tempo culla della civiltà mediorientale, adesso vive sul suo territorio l'ennesima insanabile frattura fra due opposti schieramenti. Una divisione che va al di là delle condizioni religiose e confessionali, che va al di là dello scontro fa sciiti e sunniti. Ma che con la fine del mandato del Presidente della Repubblica, il cristiano maronita Lahoud e la consegna al Primo Ministro sunnita Siniora di tutti i poteri rischia di provocare lo scoppio della terza guerra dall'82 ad oggi.
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