mercoledì 28 novembre 2007

Putin contro l'altra Russia


di Serena Rosticci


“L’altra Russia” è il nome del partito di Garry Kasparov, campione mondiale di scacchi. Magari un’altra Russia, ora che si trova nelle celle del carcere per detenzione preventiva, la vuole davvero. Kasparov è detenuto presso il Petrovka 38, una struttura rinomata e non in senso positivo, soprattutto negli ultimi tempi. L’arresto è scattato sabato scorso, mentre l’ex campione si faceva strada fra la folla di sostenitori prima del comizio. Ora non ha neanche il privilegio di poter parlare col suo avvocato, che ieri lo ha aspettato inutilmente per un’ora davanti al tribunale poco prima del processo: la polizia lo ha scortato in aula troppo tardi. L’avvocato ora sta lottando per permettergli di poter portare testimoni a suo favore. “Sto bene e non mi arrendo per così poco. Sono uno che combatte sempre, sino all’ultimo respiro” è il commento di Kasparov, che non sembra aver perso l’abitudine al pensiero analitico, ed analizza ciò che gli accade intorno quasi come fosse una scacchiera. “Non sempre si può scegliere il campo di battaglia” dice.

L’intervento dell’UE

Intanto un’Europa preoccupata, tramite la voce di Barroso, ha chiesto la sua immediata scarcerazione, in caso contrario Kasparov non potrebbe prendere parte alla fase decisiva delle elezioni in cui è candidato col suo partito. Putin dal canto suo contrattacca, accusando gli Stati Uniti di avere ispirato la decisione dell’Osce di non mandare i suoi osservatori in Russia per le elezioni parlamentari di domenica, in maniera tale da screditare il suo partito. Osce che da par suo rivendica la propria indipendenza, ribadendo di aver rinunciato alla missione perché i russi non avevano fornito i visti per gli osservatori. L’Ue ha comunque cercato di smorzare i toni, dichiarandosi pronta ad intervenire in caso di irregolarità delle elezioni.

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