di Michela Truncellito
Su “La Repubblica” del 26 Novembre troviamo un’indagine sulla televisione come principale strumento d’informazione, . Dall’interessante sondaggio tratto dai dati analizzati dal 16° osservatorio del Demos-Coop sul capitale sociale emerge sì che la televisione è il primo strumento informativo utilizzato dai cittadini italiani, ma al contempo affiora che è quello di cui si fidano meno. In vetta alla classifica dell’attendibilità compare la radio seguita da internet e dai quotidiani. Per ciò che concerne il grande schermo Le Iene e Striscia la notizia, programmi di "satira" politica, superano in popolarità e in credibilità i programmi d’approfondimento come “Annozero” o “Porta a Porta”.
In un momento nel quale la popolarità della classe politica è molto bassa, non stupisce che in molti ritengano più efficaci uno Iacchetti e un Greggio rispetto ad un Bruno Vespa. I comici prima dei giornalisti fanno la notizia. Patterson classifica l’Italia come uno dei paesi con il maggior indice di servilismo e la minore indipendenza dei giornalisti. Impensabile l’inchiesta scottante de “Le Iene” sul test anti-droga all’interno del parlamento, tra le notizie di un telegiornale, o di usi e abusi da parte delle autorità spesso denunciati da “Striscia”. Il cittadino sceglie di guardare al malcontento con un sorriso amaro sulle labbra, lo testimonia l’esempio, nel campo dei new media, del “fenomeno Grillo”, altro caso in cui a dare la notizia è un altro comico.
I dati di questa ricerca dovrebbero suggerire dei ripensamenti e delle correzioni di rotta ai professionisti dell'informazione. Se vuole riconquistare la fiducia del cittadino, per chi lavora dall'altra parte dello schermo è ora di cambiare strategia, sempre che non sia troppo tardi.
I dati di questa ricerca dovrebbero suggerire dei ripensamenti e delle correzioni di rotta ai professionisti dell'informazione. Se vuole riconquistare la fiducia del cittadino, per chi lavora dall'altra parte dello schermo è ora di cambiare strategia, sempre che non sia troppo tardi.
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