martedì 15 aprile 2008

Intervista alla tibetologa Elena De Rossi Filibeck. Seconda parte: analisi storica


di Gianni Galleri e Serena Rosticci

Non si può prescindere dal conoscere la storia di un Paese per capire il suo presente. Cina e Tibet hanno sempre avuto contatti, la Professoressa ci ha aiutati a capire come si sono evoluti e quali agenti hanno determinato cambiamenti.

I rapporti fra Cina e Tibet sono sempre stati così tesi negli ultimi decenni?
I rapporti non sono sempre stati così tesi. Potremmo dire che ci sono fasi più distese e fasi dove le frizioni sono più forti. Facciamo alcuni esempi, abbastanza recenti. Un momento di grande tensione è stato vissuto intorno alla metà degli anni sessanta quando vennero distrutti più di 6000 monasteri, in seguito alla Rivoluzione Culturale.Oltre a gravi perdite di vita umana ci fu la distruzione di ciò che noi chiamamiamo i“luoghi della memoria”e che sono i simboli della civiltà di un popolo. Gli inizi degli anni ottanta invece hanno rappresentato un periodo di distensione,i dirigenti cinesi condannarono la “Banda dei Quattro”, che aveva promosso le azioni violente degli anni sessanta. Durante una visita in Tibet, inviato da Deng Xiaoping, Hu Yaobang, Segretario Generale della Commissione Centrale e membro della Commissione Permanente del Politburo,ammise che nonostante i grossi investimenti da parte della Cina, la situazione era molto sconfortante per la popolazione tibetana. Ci fu una sorta di riconoscimento delle responsabilità cinesi, che portò ad un'apertura soprattutto dal punto di vista della libertà di culto.

E storicamente, andando indietro nella storia, com'erano i rapporti e cosa a suo avviso ha portato a momenti di irrigidimento fra i due stati?
Dal 1720 al 1911 il Tibet fu un protettorato cinese. La dinastia Manciù amministrava il Tibet solo per gli aspetti concernenti la difesa e la politica estera. Le questioni interne e quelle culturali non erano toccate e tra il Dalai Lama e l'imperatore cinese si era stabilita una relazione che in tibetano si dice mchod yon, ovvero di "protetto e protettore". La questione cambia quando si entra nelle dinamiche di quello che viene definito il “Grande Gioco”. I rapporti fra Russia e Inghilterra condizionano in maniera sensibile le svolte future dei rapporti fra Cina e Tibet. L'Inghilterra ha mire sul Tibet in chiave antirussa e farà sempre sentire la sua influenza fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Qual'è il peso del crollo dell'Impero cinese nel 1911?
È senza dubbio un fatto di grande importanza, che determinò una indipendenza de iure e de facto,del Tibet, come si esprimeranno i giuristi della Commissione di Ginevra nel 1961.Nel 1910 con l'intento di sedare una rivolta nel Tibet Orientale, l'esercito cinese, andando ben al di là della rivolta, era penetrato fino a Lhasa. Con la caduta dell'Impero, fino al 1950, anno del riacutizzarsi delle tensioni con la Cina, che nel frattempo è diventata comunista, il Tibet si amministra da solo. Il protettorato è praticamente inesistente.Il tredicesimo Dalai Lama riprese con un proclama il governo del paese ma non ne dichiarò l'indipendenza, probabilmente perchè le categorie del diritto internazionale non avevano significato per la mentalità tibetana di allora.

Quali cause segnano il ritorno della Cina?
Le cause vanno ricercate in gran parte negli equilibri politici internazionali. In Cina siamo in un periodo di forte frustrazione del sentimento nazionale. Da Sun Yat sen a Chiang kai shek a Mao Zedong la ferma convinzione è che il Tibt sia parte inalienabile della Cina. Per questo nell'ottobre del 1950 invadono il Tibet per consolidare i confini occidentali della Cina. Il XIV Dalai Lama fugge in esilio in India. Il governo indiano è in quel periodo nelle mani di Nehru, che è impegnato nella ricerca di una “terza via” fra Stati Uniti e URSS e che non può rinunciare ai buoni rapporti nelle relazioni sino-indiane. Inoltre l'Inghilterra non ha più diretti interessi in Tibet. Nel 1947 ha lasciato l'India che era diventata indipendente e per Londra la questione tibetana è più che secondaria tanto che non appoggerà nemmeno l'appello alle Nazioni Unite lanciato dal governo del Dalai Lama nel 1950.Ultimo evento che condiziona l'opinione pubblica mondiale è lo scoppio della guerra in Corea che sposta sensibilmente l'interesse verso quel conflitto. Di lì a breve, nel 1951 verrà firmato l'“Accordo in 17 punti”. La Regione Autonoma del Tibet che comprende il Tibet centrale e occidentale sorgerà nel 1965.

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