giovedì 18 dicembre 2008

Affarismo, corruzione, tangenti: tutto il marcio del Partito Democratico.


di Valeria Mencarelli


Dato che il modus operandi sembrano conoscerlo bene, dal Pd potrebbero pagare una tangente per far estendere il lodo Alfano a tutta la classe politica, opposizione compresa: si risparmierebbero un sacco di grane. Prima fra tutte la bomba napoletana. La notizia era nell’aria già da un po' di tempo, se ne parlava ma non se ne scriveva, alla fine le riserve sono state sciolte e la tempesta giudiziaria si è abbattuta su Napoli e Provincia, facendo finire in manette più di qualcuno.


Per l’esattezza, va detto che in carcere per ora c’è solo l’imprenditore partenopeo Alfredo Romeo, mentre altre tredici persone sono agli arresti domiciliari, e per due parlamentari – Bocchino, di An, e Lusetti, del Pd - sono state richieste le intercettazioni telefoniche. L’indagine parte da lontano e si è ramificata con il tempo, ma le accuse che pendono sulle teste degli indagati sono chiare: associazione a delinquere finalizzata alla turbativa di appalti, abuso d’ufficio, corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio.

Il “sistema Romeo”

L’inchiesta avviata dai pm Vincenzo d’Onofrio e Raffaello Falcone riguarda in particolare quattro appalti deliberati dal comune che sarebbero andati a finire nelle mani dell’imprenditore in cambio di tangenti in denaro e “vari benefici”, come si legge nel comunicato stampa diramato dal Tribunale di Napoli. Di questi quattro, il più ricco era il Global Service, che aveva come oggetto la manutenzione delle principali strade della città ed un valore approssimativo di 400 milioni di euro. La delibera fu varata, ma il relativo appalto mai stato bandito, per mancanza di copertura finanziaria. In realtà i magistrati nel comunicato denunciano la fuga di notizie che avrebbe intralciato le indagini e reso più cauti i membri del “Sistema Romeo”. Gli inquirenti sostengono infatti l’esistenza di una vera e propria “struttura organizzata unitaria” sulla base di cui è stato lo stesso Romeo, nel corso degli anni, o gli uomini del suo staff, a redigere i bandi di cui avrebbe poi beneficiato, con il pieno accordo di tutti i soggetti pubblici coinvolti.


Un cancro diffuso

“Mi dispiace che la situazione Napoli si vada ad aggiungere a quella precedente di Pescara”, ha detto il sindaco Rosa Iervolino. Dopo aver sospeso dalla carica gli assessori accusati, “bisognerà riflettere” e decidere il da farsi, sebbene nessun capo penale gravi su di lei. Certo è che per il partito di Veltroni le cose sembrano andare di male in peggio. A Potenza il deputato Pd Margiotta è implicato nell'inchiesta sulle mazzette per l'estrazione del petrolio in Basilicata. A Pescara appena due giorni fa, infatti, è stato arrestato il sindaco e segretario regionale del Pd con gli stessi capi d’accusa. Hai voglia a dire che la sconfitta elettorale in Abruzzo sarà la spinta decisiva verso il cambiamento e l’innovazione. Provate a cercare qualcuno che dica che “si può fare”, non lo troverete più neanche al loft.