lunedì 3 novembre 2008

Rapporto Caritas 2008. Quindici milioni di italiani a rischio povertà


di Alessio Liverziani


In Italia 7,5 milioni di persone vivono sotto la soglia di povertà, altrettante la superano di poco e sono quindi da considerarsi a rischio indigenza. Questo il dato allarmante che emerge dal Rapporto 2008 sulla povertà e l’esclusione sociale, elaborato dalla Caritas in collaborazione con la Fondazione Zancan.


Il dramma della ‘quarta settimana’
Quindici milioni di italiani stentano ad arrivare a fine mese. Quello che sembrava essere un ripetuto luogo comune oramai lo si vive quotidianamente sulla propria pelle. A conferma di tutto ciò nel Rapporto vengono riportati anche i ‘cinici’ numeri dell’Istat: il 13% della popolazione del nostro Paese è povero, ovvero vive con un reddito mensile di circa 500-600 euro, pari alla metà della media nazionale. Altrettante sono le persone ad alto rischio, quelle cioè che superano di una somma esigua, dai 10 ai 50 euro, la soglia di povertà.

I poveri del Nord e i poveri del Sud
Le fasce di popolazione maggiormente in difficoltà sono gli anziani, specie se non autosufficienti, e le famiglie con figli. Negli ultimi anni, nelle regioni del Nord, è stato osservato che l’incidenza di povertà relativa, vale a dire la percentuale di poveri sul totale dei residenti, in persone sole con 65 anni e oltre è salita dal 5,8% all’8,2%. Nel Sud, invece, preoccupa l’equazione tra figli e povertà. In Italia risulta infatti povero il 30,2% delle famiglie con tre o più figli, e il 48,9% di queste vive nel Mezzogiorno. Un dato che farebbe poi riflettere sul problema della disoccupazione giovanile nel Sud dell’Italia, che evidenzia quanto i figli senza reddito, e senza quindi la possibilità di crearsi una propria autonomia, gravino sul bilancio familiare. Ma questo è un altro discorso.
La spesa sociale
Questi dati spingono il nostro Paese in vetta alle classifiche che stimano la percentuale di popolazione a rischio povertà all’interno della zona euro. Un triste primato che l’Italia si è guadagnata dopo anni di cattiva gestione della spesa sociale. Le misure contro la povertà sono le meno efficaci d’Europa: se in alcuni paesi come Svezia, Danimarca, Olanda, Germania, Irlanda, l'impatto della spesa per la protezione sociale riesce a ridurre del 50% il rischio povertà, in Italia si raggiungono solo 4 punti percentuali.
In realtà, infatti, la spesa aumenta ma viene indirizzata per la maggior parte alla previdenza. Nel 2007 sono state erogate prestazioni a fini sociali pari a 366.878 milioni di euro, di cui il 66,3% per pensioni (+5,2% rispetto al 2006). Lo squilibrio risulta evidente se si considera l’incidenza sul Pil: le pensioni incidono per il 15,8%, la sanità per il 6,2%, mentre la spesa per l'assistenza sociale solo per l'1,9 per cento (1,9%). Il Rapporto della Caritas suggerisce così di riorientare e riqualificare le risorse.

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