mercoledì 19 novembre 2008

Villari vs Zavoli, tra i due contendenti il terzo ha già perso: Walter Veltroni


di Valeria Mencarelli

Se non ci fossero bisognerebbe inventarli. In fondo, rendono una cosa noiosa e spesso ripetitiva come la politica, uno show ricco di colpi di scena e cambiamenti inaspettati. In fondo, sono loro la vera anima di questa Italia e di questa sinistra in crisi d’identità: i traditori. Nel caso specifico, il senatore del Partito Democratico Riccardo Villari, da poco eletto Presidente della Commissione di Vigilanza della Rai. Grande impresa, la sua, quella di riuscire a sbaragliare la concorrenza del senatore Orlando, per cui aveva votato l’intera opposizione. Ma come ha fatto, se la Presidenza della Commissione è tradizionalmente nominata da quest’ultima? Basta ripensare l’intera faccenda all’italiana: qui ci si può facilmente vendere a buon prezzo. Ed è cosi, che il nuovo “furbetto di quartiere” di turno, con i voti dei parlamentari del Pdl ottiene la carica. Detto senza mezzi termini, con questa nomina, la maggioranza ha deciso chi avrà il compito di controllarla.


Le minacce dell’opposizione
Le reazioni all’interno del Pd e dell’Idv sono state infuocate. Veltroni ha chiesto le dimissioni di Villari, ha minacciato l’esclusione del senatore dal partito, si è preso gli insulti di vari esponenti di destra. Aleggia nell’aria la figura di De Gregorio, eletto presidente della commissione di Difesa del Senato allo stesso modo, e in seguito passato tra le fila avversarie. Quello che ha fatto la maggioranza è un “atto da regime”, come hanno affermato tutti gli esponenti dell’opposizione. Ma Villari non si è dimesso. Fermo sulle sue posizioni, nascondendosi dietro al “dovere istituzionale” di andare avanti, il senatore si è anche preoccupato di fare da paciere tra i suoi nuovi amici del Pdl e quelli vecchi del Pd. Al dovere morale di essere coerenti con le proprie idee, ovviamente, non ha il tempo di pensare.


Perché dovevamo aspettarcelo
Questo è l’ennesimo problema che si pone di fronte al partito di Veltroni, ormai sempre più lontano da quell’immagine forte che per qualche ora aveva illuso la platea del Circo Massimo solo poche settimane fa. Del resto, da un personaggio come Villari, che un maestro come Rutelli aveva accolto nella Margherita, e che, peggio ancora, è stato cresciuto da Mastella, non ci si poteva aspettare un comportamento diverso. È solo uno dei tanti politici di scarsa levatura di cui Veltroni si è voluto circondare, ed è solo l’ennesimo capolavoro di Berlusconi per poter governare indisturbato. Che senso ha usare come minaccia l’esclusione dal partito, se poi il partito stesso non riesce a rappresentare nulla di più di una debole alternativa?

Per approfondire
http://www.camera.it//_bicamerali/rai/home.htm.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

vorrei solo aggiungere che tutto ciò è arcinoto da tempo, epperò qualche ragione ci sarà perchè molti cecati o finto cecati continuano a votare PD; chi è "di sinistra" stia a sinistra, qualsiasi cosa accada, e non cerchi più scuse
ciao

Anonimo ha detto...

Il problema è proprio quello che ho accennato alla fine: il partito non riesce a porsi come effettiva realtà politica, ma solo come un "male minore" del centrodestra. Detto questo,non credo che alle prossime elezioni il popolo del Pd andrà in massa a votare Berlusconi (che sicuramente si ricandiderà), quindi non c'è bisogno di scuse. Sono solo riflessioni e prese di coscienza di una situazione che va avanti, come hai detto tu, gia da un bel po'.
Valeria