sabato 25 ottobre 2008

Obama incassa il si di Colin Powell. Chi è, cosa ha fatto, e perchè ha cambiato idea.


di Valeria Mencarelli

Chi l’ha detto che i “voltagabbana” li abbiamo solo noi italiani? Certo, magari qui in Italia i nostri incalliti politici vanno da destra a sinistra (o il più delle volte da sinistra a destra) più di una volta, ma possiamo consolarci sapendo che non siamo soli. Ultimo in ordine di tempo, il chiacchierato Colin Powell, che in un’intervista a Meet the Press ha dichiarato il suo appoggio al democratico Barack Obama. Ad una campagna presidenziale come quella di quest’anno negli Stati Uniti non poteva mancare un episodio così.

Un pò di storia
Colin Powell è un repubblicano. Un repubblicano vecchio stampo. Moderato, patriottico, liberale. È anche un afroamericano. Nato nel 1937, appartiene a quella generazione passata fatta di guerre, di crisi mondiali reali e non virtuali, di azioni militari ritenute giuste quando se ne ha davvero bisogno. La sua carriera è fatta soprattutto di vittorie, non solo militari. Nel 2001 George Bush lo nominò Segretario di Stato durante il suo primo mandato, e fu il primo afroamericano a raggiungere la vetta del potere militare statunitense. Quando gli Stati Uniti iniziarono i bombardamenti sull’Iraq, la responsabilità venne data soprattutto a lui, a causa di un discorso tenuto all’ONU in cui mostrava una fiala piena di una polverina bianca che doveva servire come prova inconfutabile della presenza di armi di distruzioni di massa nel territorio iracheno. A chi gli chiede ora come può sostenere un candidato come Obama, che tanto ha criticato quel discorso, risponde che nel 2002 aveva cercato di dissuadere Bush dall’intraprendere un’azione militare in un paese islamico, ma che lo aveva poi appoggiato e aiutato di fronte all’Onu, sulla base di informazioni sbagliate che aveva ricevuto dall’Intelligence americana. E di certo Powell non ha mai fatto mistero del suo scontento verso il secondo mandato Bush, verso la svolta a destra del suo partito, o verso le scelte di strategia del ticket repubblicano McCain-Palin.


La benedizione di Powell
Nell’intervista in cui rivela il suo endorsement Powell si dice perplesso su come McCain e il suo team hanno affrontato le ultime settimane, preoccupato di come si siano concentrati su argomenti di poca importanza, di quanto sia ingiusto continuare ad affermare che Obama sia musulmano, quando da sempre è un cristiano, ma soprattutto si è mostrato deluso della linea non decisa con cui il vecchio senatore ha affrontato i problemi portati alla luce dalla crisi economica. Obama, al contrario, “soddisfa gli standard necessari a guidare il paese, per la sua capacità di ispirare, la natura inclusiva della sua campagna – afferma Powell – e per la sua capacità di parlare a tutta l’America”. Dice di averlo visto crescere negli ultimi due anni e dimostrare di avere l’esperienza necessaria per affrontare le sfide del prossimo mandato presidenziale. Per quanto strano possa sembrare, Obama gli ha già offerto un posto da consigliere alla Casa Bianca nel caso in cui dovesse vincere il prossimo 4 novembre. Ipotesi decisamente non remota. Non solo Obama è dato dai sondaggi a più di 5 punti percentuali di vantaggio, ma gli scandali non danno tregua alla coppia repubblicana. E sono sempre di più le figure si spicco, tra editorialisti ed ex politici repubblicani, che si schierano a favore del candidato nero, oltre ad alcune testate giornalistiche tradizionalmente repubblicane come il Los Angeles Times o il Chicago Tribune.

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