sabato 11 ottobre 2008

Il "paradiso" fiscale della Chiesa. Quante e quali tasse il Vaticano non paga allo Stato


di Alessio Liverziani

In un momento di congiuntura economica a dir poco sfavorevole, e nel quale lo Stato più del solito avrebbe bisogno di far cassa, è bene ricordare come esista un’istituzione totalmente al riparo da questo tipo di rischio: la Chiesa. Ma se nel nostro paese c’è una certa assuefazione a questo privilegio fiscale, l’Europa non può far sconti a nessuno, così la Santa Sede (e in particolar modo le agevolazioni fiscali di cui gode) è finita nel mirino dell’antitrust europea: dall’esenzione Ici agli sconti Ires, al trattamento riservato ai suoi dipendenti, che non devono versare l’Irpef. Ora l’Italia rischia l’apertura di un’inchiesta da parte Dell’Ue per aiuti di Stato illegali.

Un trattamento di favore

Gli aiuti economici alla Chiesa cattolica italiana da parte dello Stato italiano comprendono finanziamenti diretti ed altri tipi di oneri economici e finanziari, per un ammontare complessivo di circa un miliardo di euro l’anno. L’otto per mille, finanziamenti a scuole ed università private cattoliche, contrattualistica differenziata per gli insegnanti di religione cattolica nella scuola pubblica, finanziamenti a mezzi di comunicazione cattolici, finanziamenti per infrastrutture di proprietà dello Stato Vaticano, finanziamenti per l’assistenza religiosa negli ospedali pubblici, per non parlare poi delle numerose esenzioni fiscali, trattamenti di favore dai quali scaturisce un mancato gettito per l’erario che rischia di ripercuotersi sulle tasche dei cittadini italiani.

Le principali agevolazioni fiscali a favore della Chiesa sono relative alle imposte seguenti.
IRES: abbattimento del 50% dell’Ires (imposta sul reddito delle società, ndr) nei confronti di una serie di soggetti tra cui gli enti di assistenza e beneficenza e gli altri enti il cui fine è equiparato per legge ai fini di assistenza ed istruzione. Il reddito dei fabbricati di proprietà della Santa Sede è esente dall’Ires, mentre i fabbricati destinati esclusivamente all’esercizio del culto e quelli esistenti nei cimiteri e loro pertinenze non vengono considerati produttivi di reddito, a prescindere dalla natura del soggetto che li possiede. Inoltre, gli immobili pontifici sono esenti da
tributi sia ordinari che straordinari tanto verso lo Stato quanto verso qualsiasi altro ente.
ICI: sono esenti dall’Ici (imposta comunale sugli immobili, ndr) i fabbricati destinati in via esclusiva all’esercizio del culto e le relative pertinenze. A partire dal 2007 è prevista anche l’esenzione dell’Ici per gli immobili di proprietà della Chiesa adibiti a scopi commerciali, basta che sia mantenuta una piccola struttura destinata ad attività religiose.
IRAP: le retribuzioni corrisposte ai sacerdoti dalla Chiesa cattolica non costituiscono base imponibile ai fini dell’Irap (imposta regionale sulle attività produttive, ndr). Occhio di riguardo anche per il trattamento fiscale dei proventi derivanti dall’attività lavorativa dei religiosi appartenenti agli enti ecclesiastici. Il Tuir (testo unico delle imposte sui redditi, ndr) consente agli enti religiosi, per quanto riguarda le spese relative all’opera prestata in via continuativa dai membri degli enti religiosi, ai fini della determinazione del proprio reddito di impresa, la deduzione, per ciascuno dei propri membri che prestano la loro opera nell’attività commerciale imponibile, di un importo corrispondente all’ammontare del limite minimo annuo previsto per le pensioni corrisposte dal Fondo pensioni dei lavoratori dell’Inps.
IRPEF: le retribuzioni, di qualsiasi natura, le pensioni e le indennità di fine rapporto corrisposte dalla Santa Sede, dagli altri enti centrali della Chiesa cattolica e da altri enti gestiti direttamente dalla Santa Sede ai propri dignitari, impiegati e salariati, ancorché non stabili, sono esenti dall’Irpef (imposta sul reddito delle persone fisiche, ndr) e dall’imposta locale sui redditi.
DAZI e DOGANE: le merci provenienti dall’estero e dirette alla Città del Vaticano o, fuori della medesima, a istituzioni o uffici della Santa Sede, ovunque situati, sono sempre ammesse da qualunque punto del confine italiano e in qualunque porto della Repubblica al transito per il territorio italiano con piena esenzione dai diritti doganali e daziari.

L’antitrust europeo indaga


La Commissione Europea ha annunciato che potrebbe aprire un’inchiesta sull’enorme patrimonio immobiliare della Chiesa italiana e sulle agevolazioni fiscali che potrebbero costituire una distorsione della concorrenza. Secondo il documento presentato dalla Commissione UE, sarebbero tre i punti sui quali si concentra la richiesta di delucidazioni allo Stato Italiano: l’esenzione dall’Ici sugli immobili, le esenzioni dall’Ires per i profitti provenienti da immobili appartenenti alla Chiesa (ostelli, appartamenti e via dicendo) e riduzione del 50% dell’Ires per le organizzazioni no-profit e religiose, non solo chiesa Cattolica..

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