lunedì 4 agosto 2008

Quando il terrorista è sua Maestà la Regina delle Democrazie: Fabio Di Celmo e Posada Carriles


di Gianni Galleri


Giustino Di Celmo è un signore anziano, porta occhiali da sole a goccia trasparenti, è completamente pelato e ha gli occhi molto tristi. Quando Luciano Iacovino, presidente dell'associazione di solidarietà con Cuba La Villetta di Roma, lo ringrazia per la sua presenza e ricorda il figlio scomparso il 4 settembre del 1997, sembra che i suoi occhi diventino ancora più tristi. Non si sa cosa gli faccia più male, se aver perso un figlio o la vergognosa campagna che impedisce a tutti di conoscere la vera storia di Fabio Di Celmo e di come il terrorismo contro Cuba l'abbia portato via.
La storia di un ragazzo
Fabio Di Celmo aveva 32 quando fu ucciso da una bomba posizionata nell'Hotel Copacabana di Miramar, a La Habana. Fabio andava spesso a Cuba in compagnia del padre, che aveva una ditta di import-export nel settore alberghiero. Quel giorno si trovava nell'albergo per salutare una coppia di amici italiani che stava per partire. Adesso in quella stessa hall si trova un monumento in ricordo del giovane, che con Cuba aveva creato un rapporto particolare, che andava al di là del lavoro, fatto di solidarietà e impegno.
L'attentato al Copacabana non era stato un atto isolato in quel periodo sull'isola: diversi alberghi erano stati colpiti, per seminare il panico fra i turisti e privare Cuba di quella fonte di entrate, che neanche il bloqueo era riuscita a chiudere. La mano era la stessa: quella di Raùl Ernesto Cruz Leòn, salvadoreño, al soldo di uno dei più spietati terroristi del Ventesimo secolo, Luis Posada Carriles, detto Bambi. Questo nome che hai più risulterà una novità è colui che durante gli ultime 30 anni del secolo scorso ha seminato la morte, la tortura e il terrore per tutta l'America Latina, ovviamente al soldo degli Stati Uniti d'America. Di Fabio disse “dormo sonni tranquilli. Era nel posto sbagliato al momento sbagliato”.
La storia di un terrorista
Oltre alla morte del povero Fabio, colpevole solo di essere andato a conoscere personalmente la realtà cubana e di essersene innamorato, Posada Carriles è il mandante dell'attentato contro l'aereo della Cubana de Aviacion, con a bordo 73 persone, fra cui la giovanissima squadra di scherma dell'isola socialista. Era il 6 ottobre del 1976, nessuno ha mai pagato per quelle morti. Anzi assieme a Orlando Bosch, altro assassino stipendiato dalla CIA, ricorda come "In fondo cosa abbiamo fatto di male, sull'aereo c'erano solo dei negretti”. La lista completa delle vergognose azioni del terrorista Posada Carriles e dei suoi continui salvataggi da parte del governo di Washington si possono leggere qui.
Oggi Cuba ricorda Fabio ogni anno con un torneo di calcio, oltre che con il monumento, e in Italia Giustino, nonostante l'età, non manca mai di partecipare agli incontri dove si parla di Cuba e di suo figlio. “Sono anziano ma non mi stancherò di denunciare la tragica scomparsa di mio figlio a causa di uno degli atti terroristici contro Cuba. Cuba non ha mai fatto male a nessuno, non aggredisce e non minaccia nessuno. Purtroppo ho constatato che l’opinione pubblica occidentale è completamente disinformata da sistematiche campagne di stampa menzognere. Quando la gente, i popoli, si renderanno davvero conto della quantità di inganni cui sono sottoposti dal dominante imperialismo, forse allora potrebbe essere troppo tardi. Per tutti”.

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