venerdì 25 luglio 2008

Gran Bretagna: “pazzi” e “idioti” tornano in Parlamento


di Riccardo Rapezzi

Dopo quasi 500 anni il governo inglese sta pensando di abolire una legge apparentemente singolare. Finora, infatti, è stato impedito l’ingresso in Parlamento a deputati “matti” e “idioti”, ossia nel primo caso “capaci soltanto di momenti di lucidità” e nell’altro “incapaci di accedere alla ragione”, così precisato dallo stesso testo di legge. Il divieto in questione ha antiche origini, risale alla seconda metà del Cinquecento quando sul trono d’Inghilterra risiedeva la regina Elisabetta I.


Da quel momento in poi Westminster non ha più concesso poltrone a candidati classificati come “lunatic” (pazzi), o che abbiano trascorso solo un periodo di cura in manicomio e successivamente guariti. Oggi finalmente si è deciso di intervenire su una legge considerata da molti “discriminatoria”.
Interviene l’associazione “Mind”
A smuovere le acque sono state le numerose accuse, secondo quanto pubblicato da Sunday Times, inserto del quotidiano Times, lanciate dalle associazioni inglesi che tutelano i diritti dei malati di mente. Una di queste, “Mind”, sottolinea l’assurdità di un simile ordinamento e dichiara attraverso il suo portavoce che «le persone che hanno sofferto di problemi di salute mentale possono funzionare a un livello molto alto». Basti pensare all’attore-regista inglese Stephen Fry affetto per molto tempo da un disordine bipolare, o John Nash, “pazzo” e allo stesso tempo brillante docente e ricercatore.
Ma quasi un terzo dei parlamentari è reduce da malattie mentali
E’ il sondaggio condotto proprio all’interno del Parlamento inglese a mettere definitivamente in discussione la validità della legge. Dallo studio risulta che circa il 27% dei deputati attualmente in carica in Inghilterra ha avuto, in passato, problemi di salute mentale e uno su tre confessa che la legislazione vigente gli ha impedito di parlarne apertamente. Quantomeno i nuovi parlamentari non si sentiranno poi così diversi.

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