mercoledì 14 maggio 2008

Hillary rinvia ancora il ritiro dalla corsa


di Valeria Mencarelli

Le primarie di martedì scorso in West Virginia avevano una vincitrice già annunciata da tempo: Hillary Clinton che con il 67% dei voti ha battuto Barack Obama, fermo al 26%, meno della metà della sua avversaria. Rimane evidente la difficoltà del senatore nero di vincere in quegli stati chiave per la democrazia. Come uno spot elettorale della Clinton sottolineava, nessun democratico dal 1916 ha vinto la Casa Bianca senza il sostegno della West Virginia. Bill Clinton lo aveva ottenuto nel 1992 e nel 1996. Al Gore e John Kerry lo avevano perso, rispettivamente nel 2000 e nel 2004.


Una vittoria annunciata

I sondaggi lo avevano previsto. Il West Virginia è uno stato prevalentemente di bianchi, dove gli afroamericani non raggiungono il 4%, dove il tasso di povertà è alto, e i giovani si rifugiano nell’esercito, e non al college, per potersi costruire un futuro. Mai come in questo stato le considerazioni razziali sono risultate decisive: circa 8 elettori su 10 hanno ammesso che la loro scelta è stata influenzata dalla razza. La Clinton afferma di essere più che mai convinta ad andare avanti (soprattutto ora che si è saputo che ha finanziato la campagna di tasca propria, per la seconda volta), mentre Obama, che aveva decisamente ridotto al minimo la campagna nello stato, è già proiettato alla sfida contro McCain. Ha seguito infatti i risultati dello spoglio dal Missouri, stato chiave ed in bilico tra Democratici e Repubblicani, dove si trovava per un comizio.

Il momento delle riflessioni

Bisogna iniziare a porsi delle domande serie sull’immediato futuro: le elezioni presidenziali si svolgeranno in novembre, mancano solo pochi mesi, e anche se del senatore repubblicano McCain non sentiamo parlare, in America ha iniziato già da mesi a fare campagna per la Casa Bianca, una strategia d'anticipo che ricorda quella di Berlusconi nel 2006. Certo, qui le elezioni le vinse la sinistra, ma abbiamo visto come. È davvero possibile che un partito così diviso prima della convention, ritrovi la sua unità in tempo per poter assicurare al futuro candidato democratico una vittoria, se non schiacciante, quantomeno non di misura? Forse è il momento per la Clinton di pensare seriamente al bene del paese, e ad un incarico di responsabilità nel team di Obama.

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