lunedì 19 maggio 2008

All'Auditorium Cina Vicina: l'arte come chiave di lettura di un paese.


di Dario Abballe e Simone Conte

In un momento storico nel quale per diversi motivi la Cina si impone come al centro dell’attenzione dei media di tutto il globo, tanto per il proprio sviluppo socio-economico che per la questione tibetana, tanto per le prossime olimpiadi che per il sisma che l’ha messa in ginocchio, ecco un occasione per conoscere meglio questo stato-continente. A partire dal 23 maggio fino all’8 giugno Roma si tingerà d’oriente con il festival Cina Vicina, in programma presso l’Auditorium, due settimane interamente dedicate alla cultura cinese espressa in tutte le sue forme: danza, teatro, musica, teatro delle ombre, monaci shaolin, poeti e altro ancora.


La manifestazione, nata dal rapporto tra Fondazione Musica per Roma, Centre of International Cultural Exchange e Ministero della cultura della Repubblica Popolare Cinese, è stata presentata nella conferenza stampa di venerdì scorso dove sono stati introdotti programma e spettacoli che costituiranno uno degli eventi tra i più importanti dedicati alla Cina mai realizzati in Europa: saranno oltre quattrocento artisti provenienti da ogni regione dello stato, quelli che si esibiranno tra le sale dell’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Scambi culturali e globalizzazione

Hanno presentato l’evento Gianni Borgna e Carlo Fuoertes, rispettivamente presidente e amministratore delegato della Fondazione Musica per Roma, insieme all’ambasciatore cinese di Roma, Sun Yuxi. Borgna ha sottolineato più volte l’importanza di questo festival enfatizzando il valore dello scambio, economia a parte, culturale alla base dell’iniziativa. CinaviCina è frutto del lavoro svolto dalla Fondazione Musica e dall’Auditorium come sempre indirizzati a fare dello scambio e della crescita culturale una mission: dopo l’India, la Russia, e la Tahilandia è il turno della Cina. “Una manifestazione globale ma non globalizzante; non bisogna omologare le culture, o cannibalizzarle” queste le parole di Borgna che ha poi aggiunto “siamo a favore dell’apertura e del dialogo verso tutte le culture, purchè si mantengano stabili e chiare le identità di appartenenza.”

La soddisfazione dell'ambasciatore

Condividendo il pensiero del presidente Borgna, l’ambasciatore cinese Sun Yuxi, ha espresso parole simili al primo organizzatore dell’evento: dopo aver ringraziato tutte le istituzioni a favore del festival, Sun Yuxi ha parlato di un “clima di amicizia centenaria che grazie a questo evento va rafforzandosi. Sin dall’allacciamento delle relazioni diplomatiche fra i nostri due Paesi, si sono rafforzati gli scambi e le cooperazioni nei campi politico, economico, culturale, scientifico e educativo, in modo particolare negli ultimi anni, ha avuto luogo una serie di grandi iniziative culturali, come l’Anno Italia in Cina, la Settimana di Tianjin, le quali hanno promosso fortemente lo sviluppo delle relazioni bilaterali amichevoli."

Un lavoro sul campo

In chiusura Fuortes e Corsetti hanno raccontato il lavoro di preparazione, che è stato senza dubbio il più impegnativo. “Due anni di viaggi alla ricerca dei migliori talenti cinesi”. Fuortes tiene a precisare che la scelta di ogni singolo artista è frutto della volontà di proporre al pubblico italiano, tutti gli aspetti della cultura cinese. Per questo sono stati scelti artisti provenienti da ogni parte del continente cinese che rappresentassero tutte le arti d’origine orientale, i quali ruoteranno tra le sale dell’Auditorium di Roma: 15 giorni intensi per vivere e assaporare la cultura cinese.

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