martedì 15 aprile 2008

Non si può fare. Non oggi.


di Simone Conte

Il giorno dopo, ci si ritrova a commentare percentuali, numeri, seggi: dati oggettivi. Ma in questo “giorno di dolore che uno ha”, l’oggettivo lascia il posto al soggettivo. La preoccupazione per il paese, che riprenderà magari da domani, lascia il posto ad un intimo senso di sconfitta, ci sentiamo traditi dai nostri connazionali, li disconosciamo, e vorremmo emigrare. Molto di personale, direbbe Piroso. Perché davanti all’evidenza del fatto che sei italiani su dieci hanno scelto di non votare a sinistra, ci si sveglia in un paese diverso da quello che due anni di governo avevano consegnato all’immaginario dell’elettorato dell’Unione. Si scende dal pullman verde, si aprono gli occhi è ci si accorge che no: non si può fare.
Non si può fare un’Italia senza Berlusconi, perché non si può impedire ad un paese di mettersi allo specchio. Il Cavaliere non ha convinto chi lo ha votato con le sue promesse, non ha vinto perché ha le televisioni: questi sono discorsi che reggerebbero con un divario di due punti tra le due coalizioni. Ma visto che i punti sono nove, Berlsuconi non ha avuto bisogno di convincerli gli italiani. Avevano già deciso, e non sono stupidi. Sanno benissimo chi è e cosa rappresenta, ne conoscono le bassezze, i processi, il conflitto di interessi, i legami con la mafia. Ma hanno paura, e hanno fatto esattamente quello che fanno i bambini quando hanno paura: diventano amici del bulletto, cercano protezione. Veltroni ha offerto un sogno, non aveva capito, non avevamo capito, che gli italiani non vogliono più sognare. Vogliono che nel tragitto da casa all’ufficio non ci siano negri col coltello, e vogliono sapere che l’Ici non c’è più, senza calcolare in quale taglio della spesa pubblica ripagheranno con gli interessi quella tassa odiosa.

Non si può fare un’Italia responsabile perché il 20% delle persone che abitano questa nazione non ha votato. Qualcuno non lo ha fatto “perché sono tutti ladri”, altri perché credono al direttismo qualunquista e populista di Beppe Grillo e sono convinti che il vaffanculo sia la vera arma per cambiare lo stato delle cose. Qualcuno non ha votato perché si sentiva superiore, e dal suo giardino dorato, avvolto nella bandiera dell’anarchia, ha riso di noi poveri dementi che ci sporchiamo le mani con il compromesso, che cerchiamo qualcosa di buon nei programmi dei partiti, e ci ostiniamo a voler vivere in Italia e nel 2008, invece che a Parigi nel 1871, che abbiamo messo la croce sul nome di Veltroni invece di scrivere quello di Bakunin. A voi, sedicenti anarchici e promotori di un astensionismo sterile e altezzoso, tutto il mio disprezzo: perché avete l’intelligenza per capire, ma non il coraggio di scegliere.

Non si può fare niente per cambiare lo stato delle cose. Oggi, in questo momento, non si può.
Ma fermarsi, mollare, sarebbe delittuoso. Io ricomincio dalle persone, dal prestare libri, dall’ascoltare e dal fare musica, dal tenermi informato e cercare di informare chi mi sta accanto, dall’ascoltare chi la pensa diversamente da me, però senza porgere l’altra guancia.
Ricomincio incazzato, ma speranzoso. A cominciare dalla mia città, dove tra poche ore sapremo se Rutelli ce l’ha fatta. Si, Rutelli. Sempre meglio di Alemanno. Questo è lo spirito. Non sarò fico come gli anarchici, ma almeno io ci provo.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi unisco alle parole del direttore, era la sua penna ma ha rispecchiato anche e perfettamente il mio pensiero. Voglio dire a tutti i ragazzi della redazione che oggi più che mai c'è bisogno di noi, c'è bisogno del nostro lavoro (ahimè gratuito), c'è bisogno del nostro sforzo per costruire dal basso una nuova coscienza. Non servono i vaffanculo, serve cultura. Una professoressa oggi mi ha detto: "Vedrai la Moratti, ci comprerà tanti computer nuovi, ma i soldi per la ricerca scordiamoceli". E allora ho paura che anche il mio sogno si arenerà qua. Ma continuiamo questo, continuiamo a scrivere una volta a settimana affinché le nostre competenze e conoscenze servano a rendere migliori, se non gli italiani, almeno quelle persone che ci stanno vicine e che ci vogliono bene.

J

Anonimo ha detto...

E se la gente onesta e intelligente cominciasse a combattere con le stesse armi della mafia, dei padroni dell'Italia, dei razzisti e delle televisioni? Se la gente onesta e intelligente smettesse di pensare a pescare dalla riffa del meno peggio? Se la gente intelligente cominciasse a far vedere a berlusoni (li scriverò con la lettera minuscola!), a bossi, a borghezio, a fini, a calderoli, a bondi che la loro furbizia e la loro capacità criminale non superano quella di quattro mentecatti che dovranno tornare alle loro ricchezze per non perdere la testa? Se la gente onesta e intelligente smettesse di comportarsi da gente onesta, ma non smettesse di comportarsi in maniera intelligente?

MageoVa

Unknown ha detto...

Forse il problema, caro Simone, è sempre lo stesso: la sinistra o il centrosinistra, dal 1994, vivono in funzione anti-Berlusconi.. Lui è sempre il deus ex machina di tutto, lo showman, il mattatore, il simpaticone accattivante, l'amicone che fa le corna durante le foto di gruppo, mentre gli altri sono dei mesti antagonisti di scarso carisma e charme (come Prodi) oppure semplicemente immaturi per ottenere una forte personalità politica (vedi Veltroni e il suo PD).
Questo conta: il personaggio.
Dubito che l'elettorato medio vada a informarsi sui reali risultati dei vari governi: non sa che il debito pubblico sotto la passata legislatura di centrodx è volato alle stelle con un picco quasi Craxiano non tanto per l'entità, quanto per la modalità di crescita; non sanno che la diminuzione della pressione fiscale dava il massimo per ceti alti; non concepiscono come il condono, oltre a permetterti di legalizzare quel fantastico "capannino" alla vigna (in realtà villetta a 2 piani), possa essere una perdita per lo stato; non percepiscono come una minaccia l'orda di leggi ad personam che ha promulgato; non riescono a capire che ogni "promessa" che Berlusconi ha fatto pesa sul bilancio e che ogni taglio agli enti locali viene tappato con un aumento delle imposte (vedi Irpef che sta schizzando alle stelle).. Il governo Prodi dei passati due anni ha sì sbagliato molto (questione Mastella, indulto, anche se molti degli errori temo siano stati fatti sul piano comunicativo con l'elettorato e con il resto degli italiani) ma dal punto di vista economico ha fatto enormi passi in avanti, tanto da essere elogiato apertamente da ben più di un organismo economico internazionale. Purtroppo però il risanamento economico non si misura con un reale benessere e questo è ben visibile in chi, avendo vissuto nel periodo Craxiano, afferma che all'epoca si stava molto meglio (ma lo stato si indebitava per generazioni e generazioni). Insomma, pur non essendo del tutto negativo in sè, questo governo Prodi è stato fatto passare come un fallimento e Berlusconi ne ha approfittato vincendo una campagna elettorale senza fare promesse esorbitanti come nel 2001 e senza cambiare squadra di governo (come ad es i deludenti Tremonti, Scajola). Nel frattanto la Lega diventa determinante vincendo sullo stesso campo della Sinistra: quello degli operai, della gente comune, del popolo dell'11% che nel 2006 votava PRC, CI e Verdi (e in tal senso c'è un interessante articolo in home page sul corriere.it). Popolo che pare essersi disgregato tra astensionisti, tra duri e puri che mantengono il consenso verso SA (flop ancora piu' grande, quasi iperbolico, rispetto a quello di Rosa Nel Pugno) e tra migrazioni verso altri lidi politici. La troppa frammentazione (di partiti e di idee), i troppi leader, i troppi no, la poca attenzione verso i reali bisogni del popolo hanno portato verso il baratro il pasticcio SA: per la prima volta la sinistra vera non siede in parlamento dal tempo di Mussolini e, forse è un bene. Dalle catastrofi riparte sempre il rinascimento: si spera che sotto il comando di un leader giovane come Vendola la sinistra torni ad essere importante e, soprattutto, agonista piu' che antagonista ad ogni costo.

Non mi ha stupito la vittoria di Berlusconi, bensì la vittoria della Lega e il disastro di SA nonchè lo scarso risultato ottenuto da la Destra.
Per quanto riguarda il PD sicuramente potrà fare buone cose ma ha bisogno di tempo per acquisire una sua identità come partito (laico? cattolico? di centro? di sinistra?), si spera, per il bene del paese, affiancato da un rigenerato partito di sinistra forte che sia l'anima laica a sinistra del PD.

Anonimo ha detto...

@ matteo

"l'elettore medio non guarda ai risultati dei governi, guarda al personaggio". Hai perfettamente ragione, è questo il tipo di elettore medio, attratto dall'immagine, da ciò che fa figo, sempre pronto a farsi abbindolare, senza alcun interesse concreto per i contenuti, o in alcuni casi totalmente incapace di comprenderli per ciò che sono. Montanelli disse che 5 anni di Berlusconi sarebbero serviti da vaccino per non farlo eleggere mai più. Forse non aveva però tenuto conto dell'imbarbarimento delle coscienze degli italiani degli ultimi decenni. E' da qui che dobbiamo ripartire, come cittadini, come redattori di sferalab noi, come persone che pensano e vogliono far riflettere diffondendo delle idee. La battaglia è culturale, i risultati di queste elezioni me ne hanno convinto definitivamente. Bisogna far scendere la gente dalla montagna del sapone, una volta per tutte. Sarà dura però, ma bisogna provarci lo stesso. Intanto iniziare a fare un po' di educazione civica sin dall'infanzia non sarebbe una cattiva idea.

Daniele Zandonà

Anonimo ha detto...

Questa è la vera lotta. Fatta di interventi decisivi. Chi ha la possibilità, se pure minima, deve dare il proprio contributo. é molto triste constatare che allo stato attuale, persone che hanno fondato dei movimenti nel passato, e che sono stati propositivi verso la lotta culturale, se gli viene chiesto chi può rappresentare la sinistra in Italia, ti rispondono "Non lo so"! é una sconfitta dal punto di vista sociale. Quindi, da questo momento in poi...azioni decisive e cerchiamo di rimboccarci le maniche per far riavvicinare i cittadini alla democrazia e alla libertà. Libertà di vivere in maniera dignitosa e di non essere costretta ad andare al monte dei pegni per comprare il pane. Se stiamo più vicini ai veri bisogni della gente, senza scadere nella retorica che è sterile e inefficace, allora potremo recuperare una perduta cultura e una ideologia che sembra svanire giorno per giorno. Basta con le accuse! Riprendiamoci ciò che ci appartiene spinti da una motivazione comune.

00n ha detto...

@ J: non posso far altro che quotare quello che ti ha detto la prof. "Vedrai la Moratti, ci comprerà tanti computer nuovi, ma i soldi per la ricerca scordiamoceli". Prevedo tempi bui in facoltà.

@,mageova: non escludo che possa succedere, chissà che una rivoluzione non sia quello che ci serve.

@matteo: bellissima analisi, che sottoscrivo in pieno. Un tuo passaggio forse racchiude uno dei principali motivi di questa sconfitta. "Purtroppo però il risanamento economico non si misura con un reale benessere". Il Governo Prodi non è riuscito a far capire di aver evitato che facessimo la fine dell'Argentina, il crack totale. Grazie del lungo e argomentato commento, fatti rivedere da queste parti.

SC

Anonimo ha detto...

Condivido, ma anche no. Gli italiani non sono stupidi, hanno scelto per bassezza ideologica e non perché ingannati. Ma tra chi, come me, non ha votato non ci sono solo veterocomunisti delusi o personaggi da film di moretti che sognano di tornare indietro nel tempo per partecipare alla prima internazionale! I socialisti riformisti si sentono traditi, abbiamo avuto il peggiore partito socialista della storia europea ed un degno partito comunista del quale oggi non è rimasta neanche l'ombra. Si sceglie tra un panino alla merda ed una peretta, che fare? Scusate non ci sono riuscito!!
7http://www.youtube.com/watch?v=5RwbllT8rE8

Anonimo ha detto...

Ormai sono arreso. Ho iniziato le pratiche per dimettermi da italiano, ora sono un apolide. Ho capito che i miei ex connazionali si identificano in Berlusconi. Sono privi di memoria e senso critico ma anche male informati. Il piazzista in 14 anni è riuscito a demolire il concetto di etica in politica, è ormai ritenuto normale che i pregiudicati affollino il parlamento. L'onestà in un politico è considerata inutile. Il monopolio mediatico ha irrimediabilmente cambiato la percezione della realtà, hanno votato Berlusconi perché risponde alle loro esigenze, ma c’è da chiedersi quanto a crearle abbia contribuito l’informazione al suo soldo. E’ riuscita a costruire un clima d’insicurezza e di paura anche se i reati negli ultimi due anni non sono per nulla aumentati, per i leader populisti poi E’ facile cavalcare questi sentimenti e costruire la richiesta dell’uomo forte che risolva i problemi. Un altro problema è che in Italia l’informazione è del tutto asservita al potere (soprattutto di un colore politico) e un Berlusconi, a differenza di quanto accade degli altri paesi, può permettersi di mentire impunemente. Purtroppo il conflitto d’interesse non è secondario, la presenza in politica di un despota mediatico che manipola a suo piacimento l’opinione pubblica rende incompleta la democrazia italiana. Fin quando non si risolverà questa anomalia tutti i risultati delle elezioni continueranno ad essere falsati, probabilmente la destra avrebbe vinto ma con un distacco molto minore. Non ho più intenzione di lottare, dopo 14 anni sono stufo e sono giunto alla conclusione che la situazione è insanabile e non riesco a vedere vie d’uscita. Siamo la costola più retriva e populista d'Europa.