di Gianni Galleri
Le prossime elezioni irachene potrebbero vedere un protagonista di primo piano nella scena del Paese. Sembra ormai sempre più probabile la candidatura di Moqtada as-Sadr, leader sciita e fino a poco tempo fa referente spirituale dell'esercito del Mahdi, una milizia di resistenza irachena, connotata in modo confessionale.
Figlio di una delle più importanti figure religiose del Paese, morta per mano di Saddam Hussein, Moqtada sta ridisegnando la sua immagine e la sua strategia per proporsi al suo popolo. Sembra infatti, che l'accento sulla natura confessionale del suo schieramento stia venendo meno negli ultimi tempi. È difficile non notare questo cambiamento leggendo l'invito al popolo iracheno che ha diffuso la sua agenzia di stampa.
La chiave di volta: 9 Aprile, Najaf
In occasione del 9 Aprile, Moqtada ha indetto una manifestazione a Najaf per chiedere l'indipendenza e la fine dell'occupazione per la sua nazione e nel far questo si è rivolto ai “musulmani sunniti e sciiti, arabi e curdi”. Un notevole passo avanti nel dialogo fra le diverse anime del Paese. Inoltre il leader sciita ha preso le distanze dall'esercito del Mahdi, denunciando gli abusi che lo stesso avrebbe compiuto durante l'assedio della città di Bassora e chiedendo agli iracheni una disobbedienza civile.
Moqtada contro Maliki
Senza il minimo ripensamento per quanto riguarda la fine della guerra e la necessità di rimandare a casa le truppe straniere di stanza in Iraq, Moqtada sta cercando così di presentarsi come rappresentante di tutto il popolo iracheno. È certo infatti che il gradimento della popolazione nei confronti del premier al-Maliki e della sua impotenza sta aprendo nuove strade alla vita politica dell'Iraq.
La chiave di volta: 9 Aprile, Najaf
In occasione del 9 Aprile, Moqtada ha indetto una manifestazione a Najaf per chiedere l'indipendenza e la fine dell'occupazione per la sua nazione e nel far questo si è rivolto ai “musulmani sunniti e sciiti, arabi e curdi”. Un notevole passo avanti nel dialogo fra le diverse anime del Paese. Inoltre il leader sciita ha preso le distanze dall'esercito del Mahdi, denunciando gli abusi che lo stesso avrebbe compiuto durante l'assedio della città di Bassora e chiedendo agli iracheni una disobbedienza civile.
Moqtada contro Maliki
Senza il minimo ripensamento per quanto riguarda la fine della guerra e la necessità di rimandare a casa le truppe straniere di stanza in Iraq, Moqtada sta cercando così di presentarsi come rappresentante di tutto il popolo iracheno. È certo infatti che il gradimento della popolazione nei confronti del premier al-Maliki e della sua impotenza sta aprendo nuove strade alla vita politica dell'Iraq.
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