sabato 8 marzo 2008

La festa dell'ipocrisia


di Michela Truncellito e Serena Rosticci

Otto marzo 2008: i fiorai preparano le mimose, le donne scelgono il modo di affrontare questa giornata. Per alcune è motivo di discriminazione, per altre motivo di gioco e divertimento, intanto nel mondo continuano ad avvenire cambiamenti in materia di parità di genere, nella reale possibilità di pieno sviluppo e realizzazione di tutti gli esseri umani nella loro diversità. Possibilità che le donne adesso si vedono negata da chi afferma che l’uguaglianza tra i sessi rappresenta uno dei principi fondamentali sanciti dal diritto comunitario. Non è esattamente così, perchè è proprio l’Unione Europea, di fatto, a escludere dai vertici di economia e politica le donne. Nel 2008 la presenza delle donne in politica è ancora ben al di sotto del livello ritenuto sufficiente per esercitare un’effettiva influenza nelle decisioni (un terzo), ed è ampiamente sottorappresentata anche nei luoghi in cui si prendono importanti decisioni economiche. Ma dove sembra appunto che le donne non facciano altro che perdere chance, uno spiraglio di luce in questi giorni si intravede dalla Spagna, dove Zapatero propone, in vista delle elezioni, un programma familiare che promuova le parità. Inoltre nella passata legislatura ha spesso partecipato a manifestazioni contro la violenza nei confronti delle donne, non lasciandole mai a combattere sole. Per il futuro il premier spagnolo promette 1.200.000 posti di lavoro al femminile, un piano di sanità nazionale, una regolazione del lavoro domestico e del piano sociale e pene più severe in casi di maltrattamento. Non un cambiamento radicale della condizione attuale, ma un passo in avanti che fa ben sperare.

In Italia

Per quanto riguarda l’Italia, nella classifica del World Economic Forum, risulta essere solo 84esima in materia di parità dei sessi, perfino sotto Sri Lanka, Lesotho e Tagikistan. In questa giornata molte sarebbero le questioni da sollevare, molte le iniziative da ricordare, ma soprattutto vanno menzionate, come spunto di riflessione, le piccole lotte quotidiane. Come quella combattuta dalla giudice Tina Lagostena Bassi (scomparsa pochi giorni fa), che ha lottato tutta la vita per il riconoscimento della violenza di genere e per i diritti delle donne, facendo entrare per le prime volte nelle aule di un tribunale la parola stupro.
Ieri si è tenuto il nuovo incontro di discussione di donne e lesbiche che rifiutano di aderire a schieramenti politici presentandosi con uno slogan importante: “Tra la festa, il rito e il silenzio scegliamo la lotta”. Nell’incontro sono inoltre previsti seminari di studi di genere, l’educazione rivista dal punto di vista dell’emancipazione femminile e dei traguardi raggiunti oltre a quelli da raggiungere. Anche il ministero delle pari opportunità, durante il 2007, ha lavorato su una serie di problematiche originarie degli studi di genere, quali le raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana o le pari opportunità nelle posizioni apicali del mondo lavorativo. Come viene sottolineato dalla commissione europea per le pari opportunità del 2006: “ Le politiche di genere sono strumentali per la crescita economica e per il lavoro. La rimozione delle disuguaglianze strutturali tra donne e uomini aiuterà a realizzare il potenziale lavorativo delle donne contribuendo contemporaneamente sia alla coesione sociale sia alla vitalità del sistema di protezione sociale”.

Per una sinergia delle forze

Tanta è la strada da percorrere, si rifletta anche solo sulla nuova e sottile strumentalizzazione della legge 194, alla mera quotidianità, agli stereotipi, al puntare il dito contro il sessismo di altre religioni. Sebbene la strada sia ancora lunga non solo a livello di interventi e proposte ma anche a livello di formazione dell’opinione pubblica, le donne non sono una categoria da proteggere e il cambiamento sociale che avverrà nel corso degli anni, deve essere il frutto di una sinergia delle forze degli uomini e delle donne che si uniscono per cercare risposte ai come e ai perché.

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