di Gianni Galleri
Nessuno tranne Ala Eldin Al Ghobashy, imam del centro culturale islamico italiano, conosce i reali motivi della mancata visita alla sinagoga di Roma. Ma tutti suppongono che dalla grande Al-Azhar, sia arrivato il veto, che abbia spinto a rimandare la visita, a data da destinarsi.
Le tensioni fra Israele ed Egitto
Una cosa è certa. Questo rifiuto prevalica l'atto e nasconde dietro tensioni, che si stanno vivendo in questi giorni in Medio Oriente. Probabilmente mai come da 30 anni a questa parte, la situazione fra Egitto e Israele è tesa. I profughi palestinesi premono al confine e Il Cairo non è più disposto a tollerare l'embargo di Israele. Non stupisce in questo senso la dichiarazione dello stesso Al Ghobashy: "Va rimandata fino a quando non saranno rispettati i diritti umani". A chi sostiene una distanza fra Sinagoga di Roma e Israele, risponde Morelli, portavoce degli sciiti di Roma, “La Sinagoga non ha mai preso le distanze o mosso critiche nei cofronti della politica di Israele e questo non è accettabile per noi”.
“La breccia di Rafah”
Intanto quella che ormai è già conosciuta come la “breccia di Rafah”, che ha permesso a 350 mila palestinesi di riversarsi in Egitto per accumulare beni di prima necessità, rischia di peggiorare ancora i rapporti fra i due potenti vicini. È probabile che dall'embargo israeliano contro la Palestina, uscirà rafforzata solo la convinzione che sia Hamas, l'unico baluardo in grado di difendere il popolo palestinese e Fatah uscirà definitivamente strozzato. Questa situazione non piace all'Egitto, che vede nel proliferare dei movimenti islamisti in Medio Oriente, il rischio di un ritorno di fiamma dell'estremismo anche sul suo territorio.
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