venerdì 5 dicembre 2008

Berlusconi rispolvera l'editto


di Serena Rosticci

Dopo i magistrati, per il Cavaliere sembra arrivata l’ora dei giornalisti. Di ritorno da Tirana, Berlusconi ha pubblicamente attaccato due direttori di testate nazionali: Paolo Mieli del Corriere della Sera e Giulio Anselmi de La Stampa, colpevoli di aver informato i loro lettori dell’innalzamento dell’Iva del 20% a Sky, e di aver parlato del conflitto di interessi del Presidente del Consiglio. “Hanno attaccato me invece di chiedersi come mai c’era un rapporto privilegiato della sinistra nei confronti di Sky - afferma irritato il premier prima di aggiungere – e che vergogna il Corriere della Sera, con quella vignetta. Dovrebbero andare a fare un altro mestiere, politici e direttori di questi giornali”. Sei anni dopo l’editto bulgaro che colpiva Biagi, Santoro e Luttazzi sembra arrivato il momento di un nuovo editto.




Le cause
L’ondata di polemiche è partita con l’annuncio dell’innalzamento dell’Iva a Sky, con una conseguente perdita della stessa di 210 milioni. Ma soprattutto, ciò che ha fatto alterare il Premier è stata la risposta dell’azienda, che ha iniziato a mandare in onda, su tutti i suoi 100 canali, uno spot contro il governo che così recita: “In una fase di crisi economica i governi lavorano per trovare una soluzione che aumenti la capacità di spesa ai cittadini e che sostenga la crescita delle imprese. Il governo italiano ha invece annunciato una misura che va nella direzione opposta: il raddoppio delle tasse sul vostro abbonamento Sky dal 10 al 20%. Un aumento delle tasse per 4.600.000 famiglie. Questo anche se nella scorsa campagna elettorale il governo aveva promesso di non alzare le tasse dei cittadini italiani. Dal 2003 Sky ha costantemente investito in’Italia, trainando la crescita dell’intero settore televisivo, senza utilizzare sussidi da parte del governo, creando migliaia di nuovi posti di lavoro, ma soprattutto offrendo a tutti gli italiani la possibilità di scegliere i programmi televisivi che preferiscono. Se il Parlamento non lo bloccherà, questo aumento delle tasse sul vostro abbonamento Sky entrerà in vigore il prossimo 1 gennaio”. E chiude invitando gli abbonati a scrivere al Presidente del Consiglio una mail, con il conseguente risultato di un intasamento in poche ore della sua casella di posta elettronica. Una campagna decisamente efficace, e molto furba, che va a colpire il governo nel suo punto più debole: la promessa, non mantenuta, di una riduzione delle tasse. I giornali iniziano a parlare di una guerra Governo-Sky quando anche Ilaria D’Amico, durante la sua trasmissione domenicale, si mette a spiegare gli effetti che provocherebbe l’innalzamento dell’Iva. Ma è la vignetta di Emilio Giannelli sul Corriere della Sera, giornale letto in modo particolare dall’elettorato di Berlusconi, a farlo alterare di più. Ed è allora che parte l’attacco.

Le reazioni
Paolo Mieli e Giulio Anselmi dal canto loro rispondono di aver fatto solo il loro dovere offrendo ai cittadini una buona informazione. Le polemiche vere e proprie partono invece (sempre con il consueto ritardo) dal PD che, in seguito alle dichiarazioni del Presidente del Consiglio, parla di attacco alla democrazia e al libero pensiero, mentre La Repubblica scrive che ormai “stiamo precipitando in un’autocrazia”. Intanto Berlusconi continua ad affermare che andrà avanti con l’innalzamento dell’Iva e mercoledì le televisioni di Palazzo Chigi non captavano il canale con i tg di Sky, mentre tutti gli altri funzionavano. Coincidenza? .

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