di Salvatore Scirè
Una volta i Giochi Olimpici erano l'occasione per fermare le ostilità, esisteva il concetto di Tregua Olimpica: oggi assistiamo al drammatico contrario, la guerra tanto temuta è iniziata. La capitale dell’Ossezia del Sud Tskhinvali è circondata e attaccata e mentre la Georgia si difende sostenendo di aver per prima subito l’attacco, ecco i primi morti. La Georgia continua a denunciare un forte coinvolgimento attivo russo nel conflitto, ma Mosca, la "nuova" Russia di Medvedev continua a negare. La bomba ad orologeria attivata dal Kosovo è scoppiata, i danni potrebbero essere incalcolabili.
Una questione da sempre aperta
L’Ossezia del Sud già nel 1991 divenne indipendente dalla Georgia pur non essendo riconosciuta a livello internazionale. I primi scontri sempre nel 1991 portarono a mille morti e quasi 100.000 furono i profughi che si spostarono verso Georgia e Ossezia del Nord. Nel 1992 venne istituita una forza di pace fra osseti georgiani e russi. Già dal 5 luglio la questione si era inasprita e la Russia con il suo presidente Medvedev aveva denunciato il pericolo di un nuovo genocidio degli osseti, ma è risaputo che l’interesse maggiore dei russi è rappresentato dalla posizione strategica ricoperta dall’Ossezia del Sud e dai Chilometri di oleodotti russi che passano sotto il sottosuolo che permettono di tenere in scacco la Georgia impedendo ogni minima mira espansionistica.
Mandanti e sicari
Continua la grande dittatura economica della Russia, e continua con le bombe. Dietro ogni sicario c’è sempre un mandante: non importa chi ucciderà di più fra Georgia e Ossezia del Sud, la cosa veramente importante è che esiste una potenza che potrebbe allontanare il conflitto ma l’odore del gas nelle narici e lo strusciare dei soldi in mano, alla fine, hanno sempre ragione. Anche se tutti hanno i loro interessi in una guerra c’è sempre qualcuno che ha più profitti degli altri manovrando come soldatini la vita di abitanti di intere nazioni.
L’Ossezia del Sud già nel 1991 divenne indipendente dalla Georgia pur non essendo riconosciuta a livello internazionale. I primi scontri sempre nel 1991 portarono a mille morti e quasi 100.000 furono i profughi che si spostarono verso Georgia e Ossezia del Nord. Nel 1992 venne istituita una forza di pace fra osseti georgiani e russi. Già dal 5 luglio la questione si era inasprita e la Russia con il suo presidente Medvedev aveva denunciato il pericolo di un nuovo genocidio degli osseti, ma è risaputo che l’interesse maggiore dei russi è rappresentato dalla posizione strategica ricoperta dall’Ossezia del Sud e dai Chilometri di oleodotti russi che passano sotto il sottosuolo che permettono di tenere in scacco la Georgia impedendo ogni minima mira espansionistica.
Mandanti e sicari
Continua la grande dittatura economica della Russia, e continua con le bombe. Dietro ogni sicario c’è sempre un mandante: non importa chi ucciderà di più fra Georgia e Ossezia del Sud, la cosa veramente importante è che esiste una potenza che potrebbe allontanare il conflitto ma l’odore del gas nelle narici e lo strusciare dei soldi in mano, alla fine, hanno sempre ragione. Anche se tutti hanno i loro interessi in una guerra c’è sempre qualcuno che ha più profitti degli altri manovrando come soldatini la vita di abitanti di intere nazioni.
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